DEI CONTI DI DAMMARTIN tata in perpetuo bando, e tra1 suoi beni confiscati ottenne Antonio di Chabannes a vii prezzo la terra di Saint-Far-geau composta di quattordici parrocchie c di altri possedimenti, nel Puisaie. Nel i454 il conte di Dammartin fu inviato col maresciallo di Loheac al di-là della Garonna per assoggettar le piazze che ivi avea il conte d’Armagnac. Nel i45tì dopo la ritirata del delfino Luigi, gli si diede il comando dell’armata spedita dal re contra quel principe. La sua spedizione fu fortunata, ed egli s’impadronì di tutto il Del-lìnato. Ma Luigi divenuto re non dimenticò l’ingiuria ricevuta come delfino, e appena fu in trono dichiarò il conte di Dammartin reo di lesa maestà, gli confiscò tutti i beni e lo privò di tutte le sue cariche. «Dammartin, dice un ». moderno, fu a visitarlo a Bordeaux introdotto dal conte » di Commingio, e si prostrò ai piedi del re chiedendo-» gli men grazia che giustizia. Ma Luigi XI fu inilessi-» bile, e gl’impose uscir da’suoi stali, per lo che si ritirò » in Àlcmagna. Nò contento Luigi di averlo esiliato, per-» seguitò la moglie, la discacciò dalle sue terre ed obbli-» golla a limosinare il pane con suo figlio che aveva di-» ciott’anni. Giovanni di Vigier, che fu. poi vescovo di » Lavaur, scrisse al zio Dammartin per avvertirlo che la sua » fuga lo rendeva reo, e che conveniva venisse a giustifi-» carsi ». Questo prode guerriero si presentò tosto il y agosto 1462 a costituirsi prigione non già alla Bastiglia, come dice l’anonimo, ma alla Conciergerie del palazzo, doirde poco stante fu trasferito alla torre del Louvre. Dopo lunga procedura fu pronunciata la sua sentenza il 20 agosto ¡/¡tìò. Egli già attendevasi pena di morte, ma il giudizio si limitò a perpetuo bando e alla confisca de’suoi beni a profitto del re. Se non che Luigi XI in luogo di fargli subire il bando, giudicò meglio rinchiuderlo alla Bastiglia. Quanto a’suoi beni ne godette la miglior parte Carlo di Melun governatore di Parigi e gran-mastro di palazzo, uno de’suoi più acerrimi nemici; il rimanente fu diviso tra gli altri favoriti del re. Sopravvenne intanto la guerra del ben pubblico, e Dammartin profittò di quei torbidi momenti in cui erano inai eseguiti gli ordini del re, per sottrarsi alla sua prigionia. La data della sua fuga è del ia marzo 14i>5 (N. S.).