DEGLI IMPERATORI DELLA CHINA 39 la bontà del terreno sia eguale od all’ incirca in tutta la estensione della provincia. Mentre ricche messi smaltano la sua parte orientale, essa non presenta all’ovest che rupi scoscese e sterili montagne. Tutto ben calcolato, la sua principale ricchezza consiste nelle sete che sono le più belle di tutta la China, nè v’è cosa eli’eguagli la bellezza delle stoffe clic si lavorano al Tche-kiang. Questa provincia è una di quelle che producono in maggior copia di quelle canne che diconsi bambuclii; avvene delle intere foreste; sono grossissime, durissime e molto usate alla China. Benché scavate internamente e nodose sono fortissime e sostengono enormi pesi. Si tagliano in lamine sottilissime con cui si formano stuoje, scattole, pettini ecc. Essendo traforate naturalmente, s’impiegano anche a trasportar l’acqua da un luogo all’altro, e servono altresì da cannocchiali sia come tubi o come astucci o supporti. Lo arbusto che dà il cotone di cui si veste il basso popolo chinese, è una delle produzioni come di altre provincie della China così pure del Tche-kiang, il quale somministra anche parecchie droghe medicinali. XI. KIAiNG-SI. Il KIANG-SI, limitato al nord dal Kiang-nan e dal llo-nan , all’ ovest dal Ilou-kouang e all’est da una parte del Tche-kiang, è un paese fertile in ogni sorta di granaglie, famoso per le sue manifatture di stoffe e di porcellana, ricco in miniere d’oro, argento, piombo, ferro e stagno, in una parola doviziosissimo in se medesimo, ma povero attesa la moltitudine de’suoi abitatori, ai cui bisogni basta appena il suo benché fertile territorio. Cotcsta provincia che ha dei monti per baloardi, comprende tredici città del primo ordine, sessantasettc minori e più di sci milioni d’anime. La sua capitale è Wang-tchang. A King-tc-ching, vasta e magnifica borgata del Kiang-si, si fabbrica quasi tutta la bella porcellana della China. La più pregiata vernice ricavasi dal territorio di kan-teheou, città delle più meridionali del Kiang-si. Essa non è già uua composizione come immaginarono parecchi, ma una