DEI VISCONTI DI NARBONNA 447 secondo, sposò Algayette figlia di Ugo IV conte di Rodcz e formò la linea dei signori di Taieyrand; Guglielmo il terzo fu signore di Verneuil e canonico di Chartres e di Narbonna. Fioriva allora il commercio nelle principali città della Linguadoca, e quello di Narbonna le aveva procurato molto credito; lo che è provato dai diversi trattati conchiusi dai Narbonnesi nel 1222, 1224 e >225 colle città di Marsiglia , d’ Hieres, di Nizza, Viri ti mille, Genova e Pisa, coi signori di Tolone ecc. e da quelli eli’essi rinnovarono nel 1246 e 1255 coi signori di Vintimille e di Savona. Raimondo di Moncada signore di.Fraga in Aragona,, confermò nel 1271 i privilegi loro accordati nel 114^ da Raimondo Berengario rapporto al loro commercio nella città e nel territorio di Tortosa dacch’egli ne avea fatto il conquisto sopra i Saraceni. Trovasi pure che due cittadini di Narbonna in qualità di ambasciatori di questa città, trovandosi a Pisa, ratificarono il 6 giugno 1279, giusta ihcalcolo pisano, l’elezione di un console latta in quella città dai commercianti di Narbonna (Expilli, Diciion. de la Fr.). AYMERI IV 0 V. • L’anno 1270 AYMERI primogenito di Amalrico dopo essersi convenuto con Almarico fratello suo cadetto - per la sua parte della viscontea di Narbonna, riunì tutta quella giurisdizione nella sua sola persona. Nel 1278 il 3i maggio egli fece omaggio a Pietro di Monibrun arcivescovo di Narbonna. Nell’anno 1282 fu arrestato cogli altri due suoi fratelli e tratto prigione a Parigi per ordine del re Filippo l’Ardito, attesa la deposizione fatta da suo fratello Almarico che erasi accusato dinanzi a quel principe di aver in unione al fratello conchiuso contra lui un trattato federativo col re di Castiglia; ma essendosene giustificato come potè, riacquistò nel settembre 1284 la sua libertà. L’anno dopo egli accolse il monarca francese in Narbonna, luogo di convegno delle forze terrestri e marittime ch’egli adunava per portarla guerra in Aragona. Raccoltesi da tutte le parti nei din-turni di quella città le milizie del regno, pretendesi che