DEI CONTI D’ASTARAC con lui come un sovrano verso un altro senza osare di far conoscere il suo risentimento. Nell’anno 1622 d’Epernon ottenne il governo di Guienna. Enrico de Sourdis prelato militare brusco ed altero ch’era allora arcivescovo di Bordeaux, ebbe in pubblica strada una querela col duca che fu da lui scomunicato per averlo preso pel braccio. Il cardinale di Richelicu, allora primo ministro, prese lo parti dell’arcivescovo e volle dal duca una soddisfazione che dovette darla quale la dettò il ministro e quale poteva desiderarla l’arcivescovo, cioè a dire nella forma la più propria ad umiliare il suo orgoglio. Egli non perdonò per altro a Richelicu la violenza che avea obbligato di fare a| suo carattere. Ritirato a Loches negli ultimi suoi anni, ricevette qualche mese prima della sua morte un corriere di quel ministro. Dopo averlo fatto attendere lunga pezza nella sua anticamera, lo fece entrare e mostrandogli un grosso breviario che teneva dinanzi gli disse: Ilo creduto di non dovermi interrompere, giacché convicnjKnc che noi facciamo V ufficio di cappellani, giacclC es^^mfi-no il nostro. Era questo un beffarsi del cardinale perchè voleva comandare gli eserciti. Egli aveva anche in vista il cardinale de la Valettc suo proprio figlio che faceva lo stesso mestiere (Anselmo). Riferiremo ancora un altro tratto della sua alterigia. Una delle prerogative della sua carica di colonnello generale dell’infanteria era che alla corte i tamburi battessero la marcia quando egli entrava od usciva come si faceva per la persona del re. Un giorno Monsieur fratello del re Luigi XIII entrò al Louvre avendo nella sua carrozza il duca d’ Epernon. 11 tamburo della guardia chiama all’appello come il solito, il duca pone la testa alla portiera sgridando al tamburo e tosto si battè la marcia, locchè non mortificò poco il fratello del re (Vita del duca d’Epernon). Mori il duca d’Epernon il i3 gennaio 1642 in età di circa ottantott’anni. Il suo corpo fu portato presso sua moglie a Cadillac ove fu sotterrato in una tomba la cui magnificenza corrisponde allo splendore ed al fasto che egli dispiegò nella sua vita. Si è detto di sopra che il duca d’ lìpernon era nella carrozza di Enrico IV quando questo principe fu assassinato. Per questo avvenimento la sua riputazione ha molto sofferto sino ai nostri giorni e si è an-