DEI CONTI DI ROUERGUE UGO II. L’anno 1156 UGO primogenito di Ugo I succedette al più tardi in quest’anno in tutti i suoi possedimenti, tranne una parte della viscontea di Carlat c di quella di Lodcvc che costituì il patrimonio di Riccardo suo fratello. Nel 1163 die’saggi del suo valore contra gl’ Inglesi clic oppressavano il Roucrguc. Nel n64cnon 1162 come pretende Yaissctc, egli di concerto col fratello Ugo, eletto in quest’anno a vescovo di Rodcz, e coi più ragguardevoli del paese, pacificò la diocesi di Rodcz; lo che diede origine al diritto di pace comune o della pezadc clic si esigeva ancora nel Roucr-gue nel 1785. Alfonso re di Aragona mentre trovavasi in Arles, cedette ad Ugo nel 1167 la metà della viscontea di Carlat a lui appartenente a condizione tenesse il tutto in feudo da lui e proprii successori (Spicil. tom. X pag. 168). L’anno stesso Ugo si collcgò col medesimo Alfonso contra Raimondo V conte di Tolosa di lui signore. Egli sposò, non si può dir in qual anno, Agnese figlia di Guglielmo Vili conte d’Auvcrgnc clic ancor viveva nell’anno 1178 c che gli diede cinque figli, Ugo, Gilberto, Bernardo, Enrico e Guglielmo. Ebbe pure da Bertranda d’Amalon un figlio naturale di nome Enrico che parecchi anni dopo gli succedette. Col testamento da lui falto l’8 ottobre 1176 destinò Bernardo cd Enrico allo stato ecclesiastico. L’anno 1188 egli vendette al vescovo di Lodcvc quanto possedeva nel Lodevesc. Nel iiq5 stipulò con Ugo vescovo di Rodcz di lui fratello tanto per essi clic pei loro successori una transazione con cui il conte di Rodcz davea prendere l’investitura dal vescovo clic si recherebbe loro incontro proccs-sionalmcntc; clic «il conte nel presentargli il pallio gli renderebbe omaggio; ch’indi il vescovo lo farebbe assidcre sopra un sedile di pietra destinato pei conti, clic vedesi ancora nella cattedrale, c clic con tali formalità egli sarebbe creato conte, et sic crii comesi c*lc t*°P° c‘° vescovo consegnerebbe nelle mani del conte forlia militum et lurrim rotunaam da essere restituite tre giorni dopo al vescovo e si griderebbe per tre volte Roudes pel comle (Anselmo).