DEI CONII DI TOLOSA continuando le sue spedizioni prese Mircpoix, Pamiers, Albi ccc. Innocente lo felicitò de’suoi - conquisti e gliene cou-ferraò il possesso con lettera dell’ 11 novembre. Giunse a Roma il conte Raimondo sul terminar di gennaio dell’anno raio e fu ammesso all’udienza del papa che gli diede l’assoluzione. Da Roma passò alla corte dell’imperatore Ottone per implorare il suo soccorso contrale vessazioni di Simone di Montfort; ritornato poscia a ritrovare l’abbate dei Cisterciensi e il generale dei crociati, notificò loro gli ordini del papa per essere ammesso a giustificarsi dei delitti che a lui erano imputati; ma tutto questo procedere tornò inutile. A malgrado le pressanti sollecitazioni di Raimondo e gli ordini di cui era portatore, non si volle permettergli di giustificarsi presso il concilio di Saint-Gilles tenutosi verso la fine di settembre intorno l’accusa di eresia e l’omicidio di Pietro di Castelnau. Intanto i crociati non rimanevano oziosi in Linguadoca, e il conte di Tolosa vedendo i conquisti che andavan facendo sulle terre de’suoi vassalli, temeva con ragione pei suoi stessi possedimenti. Per rafforzare i suoi legami con Pietro II re d’Aragona di lui cognato diede in isposa al principio del 1211 a Raimondo suo primogenito che cotanva l’età di soli anni quattordici Sancia sorella del primo. Questo matrimonio die ombra a Simone di Montfort dovendo sua figlia sposare il figlio del re d’Aragoha quando fosse giunto all’età pubere. I legati d’intelligenza con Montfort adunarono nella città di Arles nel febbraio 1211 un concilio a cui furono chiamati il conte di Tolosa e il re d’A-ragona, il primo mediante citazione ed il secondo con semplice. invito. Raimondo per aver ricusato di sottoscrivere alle condizioni odiose propostegli per lasciarlo in pace, fu scomunicato, e la sentenza del concilio fu nel 17 aprile confermata da Innocente III che diede ordine nel tempo stesso ai legati di porre sotto le lor mani la contea di Mclgueìl cui pretendeva appartenente a san Pietro e di farla custodire sino a nuovo ordine (Innoc. Ili l. «4 cp. 35). Sappiamo d’altronde ch’egli ingiunse agli stessi legati d’impadronirsi degli altri dominii del conte e di darli in custodia cui appartenevano (ibid. c/>..j63). Allora il conte di Tolosa vedendosi attaccato dai crociati, si pose in istato di difesa.