CRONOLOGIA STORICA » clussero seco loro. Fu decretato contro lui personale cita-» zione e l’arresto degli otto soldati. Questa procedura gli » spiacque e si recò alla sa.la del palazzo accompagnato da » parecchi uffiziali e gentiluomini tutti in ¡stivali. Si sospesi sero le udienze; cancellieri, procuratori, uscieri, tutti fug-» girono; si rinvennero delle vesii calpestate e stracciate dagli » speroni. Dichiarò il parlamento che non si radunerebbe » più prima non gli si fosse data soddisfazione. La regina n madre ed i ministri incontrarono molta difficoltà per in-« durre il duca d’Epernon a promettere di farne le sue scuse; » e quelle che ne fece aveano più l’aspetto di una rampo-n gna, avendo fluito col dire che nell’ordinanza che Io avea » nominato a colonnello generale dell’infanteria della corona, » era espressamente notato che egli avrebbe piena ed intera » giurisdizione e diritto di vita e di morte su tutti i soldati, » e che il parlamento non avrebbe dovuto ignorarlo giacché » avea registrata quell’ordinanza il 22 gennaio i582» (1Saint-Foix). L’anno 1618 il duca d’Epernon praticò un altro oltraggio. Il guarda sigilli del Vair aveva del pari che il cancelliere l’anzianità sui pari, e d’Epernon che pretendeva non fosse il suo ufficio una carica ma una commissione, non poteva accordargli tale prerogativa e volle levargliela. Per farlo con maggiore risalto scelse il dì di Pasqua mentre tutta la corte assisteva alla messa solenne di San Germano l’Auxerrois. Del Vair avendo preso il suo posto come il solito sopra i pari, egli lo strascinò via per le braccia, aggiungendo a tale insulto parole di dispregio. Del Vair stimato dalla corte e amato dal re e dalla regina madre, chiese giustizia di questo affronto, ma tuttociò che potè ottenere fu un ordine al duca di ritirarsi nel suo governo di Metz. La riserva di cui usò in questa occasione verso di lui la regina, non rimase senza ricompensa. Questa principessa detenuta come prigioniera nel castello di Rlois avendo trovato mezzo di fuggire la notte del 21 al 22 febbraio 1619, fu dal duca d’Epernon col quale era stata concertata ìa sua fuga, ricevuta alla testa delle sue guardie e scortata da cencinquanta gentiluomini ad una lega da Loches, condotta nelle sue terre d’Angouleme come farebbe un sovrano che desse soccorso al suo alleato. Convenne, dice un uomo di spirito, che Luigi XIII trattasse