DEI GRAN FEUDI 129 vano feudi (Bruss. pag. 674) fu un’altra violazione fatta al reggimento feudale. In esso la dignità dei possedimenti dovette essere proporzionata a quella delle persone. Quel principe non potè separarla senza offendere la costituzione; credendo di arrestare 1’ abuso egli non fece che porlo in pregio. Ammettendo il popolo all’acquisto de’feudi, san Luigi diminuiva il patrimonio dei nobili e quindi l’ordine stesso. Filippo l’Ardito mostrò a’ suoi successori il mezzo di riacquistarlo e ancor più quello d’indebolirlo. Con qual occhio quella nobiltà che non conosceva altra elevazione da quella in fuori dell’ onore e della gloria, non dovette ella vedere il nobilitamento di Raule? Filippo sulle tracce de’suoi antenati convocò dei baroni nel parlamento del 1276 per sanzionare la sua ordinanza sul diritto di ammortizzazione (Ordon. des rois de la troisieme race tom. I pag. 3o3. ). Quest’uso praticato senza opposizione dopo Filippo Augusto, sostituì il potere monarchico all’autorità sovrana e apparecchiò la rivoluzione che produsse sotto il regno di Filippo il Bello l’intera distruzione del governo feudale. La controversia di quel principe con papa Bonifacio VIII fece nascere nel i3o2 favorevole l’occasione di convocare gli stati. Era già stata abbandonata la taglia un tempo arbitraria. Quel principe a cui essa non bastava temette di levare imposte senza il consenso delle città. San Luigi avea consultato quelle di Linguadoca nell’assemblea di Saint-Gilles nel 1-254 {Hist. de Lang. tom. HI pag. 479 e 480). Filippo il Bello estese tal privilegio alle altre città del regno convocando i loro deputati agli stati del i3o2, e sin d’allora sorse un altro ordine politico. La comune degli scrittori pretende che il terzo stato non abbia fatto che rientrare ne’propri diritti. Noi dobbiamo valutare la loro opinione col mezzo di documenti storici. Leggesi in Gregorio di Tours che l’anno 567 allorché Chilperico I ebbe sposata la principessa Galsuindc le diede le città di Bordeaux, di Limoges, di Cahors, di Bearne e di Bigorre a titolo di dono nuziale. Che dopo la morte di Galsuindc quelle città vennero aggiudicate a sua sorella Brunealte per goderle alla morte T. IX. 0