DEI GRAN FEUDI ,3; lizia, e godevano una considerazione molto superiore a quella loro stabilita nell’ ordine feudale; ma questo titolo, al quale non succedevano i figli, nè dava alcuna autorità nel governo, lasciava in sostanza la medesima distanza nello stato delle persone; il feudo dominante conservava la sua dipendenza, e il bacelliere non cessava di essere il vassallo del suo signore. All’alterazione nei costumi dopo la sovversione del i3o2 quella si aggiunse del governo in generale. !• cittadini di Bcaucairc , di Limoges e di parecchie altre città del regno, ottennero il singoiar privilegio di ricevere senza il legame del re la cintura cavalleresca dalle mani de’nobili, baroni, arcivescovi e vesoovi. (Hist. de Lang. t. II p. 191). I re introdussero nello stesso secolo l’uso di nobilitare col mezzo della cavalleria, e quando un ignobile si iacea cavaliere rimaneva del tutto francato. Nel i3i2 la camera dei confi di Parigi ottenne il privilegio di crear cavalieri. Quest’ordine coél degradato riportò il disprezzo della buona nobiltà, e per sorreggerlo nella sua caduta i re ed i principi immaginarono parecchi ordini che subirono alternativamente lo sciagurato fine dell’ antica cavalleria. Il collare dell’ordine di San Michele ch’era prima l’ordine de’re francesi e de’grandi dello stato e che oggidì è distintivo di nobiltà, esso solo è l’immagine della rivoluzione introdotta nella cavalleria primitiva. Dopo aver esposto come il popolo fu ammesso nell’anno i3o2 ad una prima elevazione sotto il titolo di terzo stato, si è dimostrato come esso siasi aperto ogni ingresso nel corpo della nobiltà ed ammesso persino agli ordini cavallereschi; ma invano ne vorrebbe mormorare la nobiltà. Dopo i servigli importanti resi dal terzo stato è ingiusto di voler richiamare i tempi dei padroni e dei servi, ed anzi sarebbe impossìbile di rialzare tra essi una barriera che da oltre sei secoli venne atterrata. D’altronde le perdite fatto dalla nobiltà hanno infinitamente ristretto il numero di quegli antichi proprictarii che non vedevano nel terzo stato se non i posteri dei fiscali, dei tabulari e dei coloni. Si conviene esistere alcuni discendenti di quegli antichi feudatari di dignità di cui i conti dell1 impero ci mo-