DISCORSO PRELIMINARE Rapidi dovettero esserne i progressi sotto Carlo il Grosso. Questo principe che pareva destinato a ristabilire l’impero di Carlomagno di cui riunì gli stati, non si mostrò in Francia se non se per accrescere l’indipendenza dei vassalli colla sua debolezza e l’audacia dei Normanni mercè un vergognoso trattato da lui conchiuso (Ann. Falci. Dorn. Bouq. toni. Vili pag. 5o). 11 disprezzo in cui era caduto 10 seguì in Germania, ove i grandi raccolti nell’887 elessero suo nipote Arnoldo e lo posero in trono. Non potendo sostenere il peso del governo, egli avea fidato ad Eude figlio di Roberto duca di Francia la custodia di Carlo il Semplice e la reggenza del regno (Dorn. Bouq. tom. IX pag. 58). Fu certamente col suo consenso ch’egli venne incoronato a re d’Aquitania sin dall’886 (ibid. et Adem. Caban, cronich.). Una parte dei Franchi gli prestò giuramento l’anno dopo (Doin. Bouq. tom. VII! pag. i5g) e l’imperatore Arnoldo il riconobbe per re ricevendo il suo omaggio (Ann. Fuld. continuât. ). Questo principe spedì pure ambasciatori a Reims nel-l’888 (Doni. Bouq. tom. Vili pag. 2i5) perchè assistessero alla consacrazione di Eude che seguì col consenso di tutti i Franchi, Borgognoni e Aquitani; ma sembra dalla successione degli avvenimenti ch’egli 11011 abbia avuto il titolo di re se non per governare con maggiore autorità e colla condizione di conservare a Carlo il Semplice il regno de’suoi padri (Doni. Bouq. tom. IX). Carlo giunto all'età di diciott’anni che secondo la legge ripuaria, ch’era quella di sua famiglia, formava l’epoca della maggiorità, ne reclamò Io scettro. Ricusò di restituirglielo Eude; e fu questo il soggetto di una guerra che terminò tra i due competitori mercè una divisione delle provincie; ma è opinione più probabile che Eude conservando il titolo di re siasi dichiarato vassallo di Carlo (Aimuin). Questo trattato che coll’ accrescere il potere della casa d’Eude diminuì il dominio della corona, accelerò vieppiù 11 governo feudale. Carlo alla morte di Eude avvenuta nell’898 riacquistò la Francia propriamente detta e la Lorena; ma era di tal carattere che i vantaggi stessi avuti sui suoi nemici precipitarono la sua perdita.