DEI SIGNORI DI MONTPELLIER 477 Agnese pensò ad appropriarsi quel dovizioso retaggio collo sposare MARIA figlia di Guglielmo e di Eudossia e spacciar facendo per bastardi tutti i figli avuti da Guglielmo Vili dal suo secondo letto. Allora Maria viveva separata da Bernardo conte di Commingio, ed essendo evidentemente nullo il matrimonio da essa contratto, non fu difficile farlo annullare. Divenuta quindi libera, Maria die’ la mano di buon grado al re d’ Aragona in cui rinvenivi un principe capace a farle godere un’ eredità che pretendeva a sè sola appartenere. Seguì il contratto loro matrimoniale a Montpellier il i5 giugno 1204. Due giorni dopo il re Pietro fece giuramento di fedeltà a Guglielmo d’Altiniac vescovo di Mo-guelone e gli rese omaggio per la città di Montpellier in numerosa assemblea cui intervennero il conte Sanzio suo zio, Alfonso II conte di Provenza di lui fratello, Raimondo VI conte di Tolosa, Guglielmo di Ranx principe d’Orange ed Ugo suo fratello, Bernardo d’Anduse, Rousselin visconte e signore di Marsiglia con altri signori e i primarii abitanti di Montpellier. Agnese allora abbandonata dai protettori a lei dati dal suo sposo fu costretta ad uscir co’ suoi figli da Montpellier e recarsi altrove in cerca di asilo. Porla-rono però seco il rammarico di una parte della città, lo che occasionò una specie di sedizione, i cui capi furono dal re d’Aragona condannati al bando. Col qual atto di rigore ristabilitasi la calma nella città, Pietro ne partì sul finir di settembre dell’anno stesso per portarsi a Roma, lasciando sua moglie sotto la protezione del conte di Provenza suo fratello da lui incaricato a prender cura delle cose di quella principessa, unitamente ad un consiglio composto di cavalieri ed uomini prudenti di Montpellier. Lo scopo del suo viaggio ch’eseguì per mare era quello di farsi incoronare da papa Innocenzio III, che lo accolse colle più onorevoli distinzioni e fece la cerimonia P 11 novembre dopo aver Pietro giuratamente promesso di difendere la chiesa cattolica contra gli Albigesi la cui eresia faceva rapidi progressi in Linguadoca e nelle provincie vicine. Pietro al suo ritorno voleva rivocare i privilegi che prima di sua partenza avea confermati egli stesso alla città di Montpellier nel tempo medesimo che avea fatti compilare in iscritto i suoi statuti. Ciò inasprì talmente gli animi che nel 1206 i cittadini si