DEGLI IMPERATORI DEL GIAPPONE 89 » terzo del suo regno nel me-» ge sesto, di concerto col cují bo egli instituí una corte di » inquisizione in tutte le città » e villaggi dell’impero.Que-» sto tribunale è incaricato di « inquisire sulla religione,set-» ta o credenza professata da » ciascuna famiglia cd indivi-» duo particolare. » (Kaemp-fer). Tale indagine chiamasi Jesumi ed ecco in che consiste.» Sul finir dell’anno a Nan-» gasacki, nel distretto di 0-» mura e nella provincia di 35 Bungo, soli luoghi nei quali » si sospetta al presente che » ancora esistano cristiani, si » fa una lista esatta di tutti 55 gli abitanti di ogni sesso ed 55 età e nel secondo giorno del 55 primo mese dell’atino dopo, brar dall’impero. Quest’ordine fu seguito dalla proibizione fatta ai Giapponesi di uscire dal lor paese sotto qualsivoglia pretesto. Ma ciò che stava più a cuore a Ijesaz era l’abolizione del cristianesimo. Sino dall’imperatore Fide-josi egli avea già fatto pubblicare l’ànno i586 contrai Cristiani un sanguinario editto che nel corso di quattr’ anni valse la corona del martirio a ventimila cinquecentosettanta persone , ma allora si verificò quel detto di Tertulliano, che il sangue dei martiri è la semente dei Cristiani. Benché fossero interagente chiuse dueccnto-cinquanta chiese, che qualunque pubblico esercizio del cristianesimo fogse vietato, i qual somma era loro vielato qualunque allra vendila» Si limitò loro inoltre il tempo da esporre in vendita le loro merci, spirato il quale dovessero rinchiuderle ne’ magazzini e col divielo non solo di maggiormente inoltrarsi sul territorio dell* impero, ma neppur di mantenervi veruna corrispondenza. Questo fu l’ultimo periodo del loro commercio, e tale lo continuano da un secolo in poi. ,, L’avarizia degli Olandesi, dice Kaempfer (HJ)* IV c. 6 ) e l’esca.dell’ oro del Giappone ebbe sovr’essi tanlò ascendente che piuttosto di abbandonare un traffico così lucroso, soffersero una prigionia quasi che perpetua ; giacché tale in fatto può chiamarsi il nostro soggiorno a Desirria. Essi si adattarono di soffrire un’infinità di durezze per parte di una nazione straniera e pagana, spezialmente di sospendere tutli i segni esteriori del crislianesimo e di sopportar con pazienza e bassezza la condolla ingiuriosa di quei superbi infedeli \ cosa la più incomoda del mondo per un’anima ben nata. „ Quid non morlalia peclora cogis Auri sucra Jomes?'