3o6 CRONOLOGIA STORICA al lago di Titicaca ove si trovò alla testa di mille soldati. Tutte le città stanche della tirannia di Pizarro s’erano dichiarate in suo favore. Durante i tre anni precedenti erano periti sul campo di battaglia cinquecento uomini e ne erano stati decapitati od impiccati ducenquaranta, di cui settanta possedevano proprietà che rendevano annualmente da diecimila a trentamila pesos. Frattanto Alonso de Mendoza venne a congiungersi a Diego Centeno con trecento uomini. Pizarro soffermossi venti giorni ad Arequipa per colà attenderlo. Centeno avendo ricevuto questo rinforzo, abbandonò una forte posizione ove si era trincerato ed andò a bruciare il ponte del Desaguadero o canale del lago di Titicaca per toglierne il passaggio a Pizarro. Il venti ottobre gli scorridori dei due partiti s’incontrarono e poco dopo gli eserciti giunsero a ironie nella pianura di Guariría. Centeno contava mille combattenti; di cui duccnto cavalieri, cencinquanta archibugieri e seicencinquanta picchieri. Pizarro non aveva che quattrocentottantasette soldati, di cui ducentottanta archibugieri, ottanta cavalieri e cenventisette picchieri. Riportò millameno una compiuta vittoria sopra Centeno a cui uccise trecencinquanta uomini, compresi trenta che Carvajas fece perire dopo la pugna. La sua perdita non fu che di cento. Questa battaglia ebbe il nome di Guarina (batalla de Guarina) dal borgo a cui vicino era stata combattuta. Dopo questa vittoria Pizarro accordò terre in ricompensa a’suoi soldati e prese poscia il cammino di Cuzco accompagnato da circa quattrocento uomini per prepararsi a combattere il presidente, e spedì pure capitani alla Piata ed Arequipa per procurarsi danaro e munizioni« Il presidente ch’era rimasto tranquillo nella valle di Xauxa si disponeva a licenziare le trupppe allorché intese la disfatta di Centeno. Abbandonò allora i suoi quartieri con milleseicento uomini, di cui settecento archibugieri, cinquecento picchieri e quattrocento cavalieri e penetrò per Guamanga nella provincia d’Antahuaylla od Andaguaylas, ove passò l’inverno ad attendere nuovi soccorsi. Venne colà ben presto raggiunto dai corpi del maresciallo Alonso d’ Al varado, del capitano Pietro de Valdivia ed altri, che ac-