DELL' AMERICA I primi conquistatori e coloni europei, guidati da motivi d’interesse, tennero i peruviani costantemente occupati come schiavi, sotto pretesto che la natura li avesse latti tali e che fossero incapaci d’ogni istruzione. I vescovi ed i missionarii dopo aver inutilmente interposto la loro autorità e le loro esortazioni per liberare i neofiti dalle tirannie dei loro padroni, ebbero ricorso ai re cattolici e ne ottennero, mercè lo zelo instancabile del vescovo Las Casas, le leggi che compongono il codice indiano. II vescovo di Tlascala sapeva che gli spagnuoli, malgrado la loro perversità, avevano il massimo rispetto per le decisioni del vicario di Gesù Cristo. Ciò lo decise a rappresentare al papa Paolo III i mali ai quali gl’indiani erano in preda, ed a supplicarlo affinchè interponesse in loro favore la sua autorità. 11 sovrano potefice pubblicò in conseguenza l’anno appresso la celebre bolla (i) il cui scopo, come abbiamo già osservato, non era di dichiarare gli americani liberi, ma di difendere i loro diritti naturali contra gli attentati de’Ioro oppressori. Prima di quest’epoca (nel 1531), continua Clavigero, i missionarii francesi aveano battezzato al Messico oltre un milione di questi satiri e nel 1534 ver>ne fondato a Tlatrlolco il seminario della Santa Croce per l’educazione di queste grandi scimmie che imparavano colà il latino, la retorica, la filosofia e la medicina. Riguardo al terzo errore di Robertson, egli è positivo e notorio che in tutta l’estensione della Nuova Spagna, gl’ indiani del Perù al pari degli spagnuoli erano tenuti di comunicarsi alla Pasqua, e che non erano esenti da quest’ob-bligo che gli abitanti delle contrade le più rimote, i quali non erano ammessi alla santa tavola, se i missionarii non li avessero giudicati degni di approssimarsene. Clavigero risponde a quest’asserzione di Robertson: . «die nessun indiano fosse abile di esercitare il sacerdozio,» che quantunque il primo concilio provinciale tenuto a Mes- rium meum in verbo vitat quod singulti singulis re/erendo, id est paribus paria, rationis opti ni ir compotes sunt et integri sensus ac capitis, st'd in-super nostratibus pueri istorum et vigore spiritus et sensuum vivacitate dextenore in omni agibili et intelligibili prastantiores reperiuntur. n 0) Veggasi la nota C alla fine dell’articolo.