358 CRONOLOGIA STORICA lo spaventevole romore, che aveva cagionalo si grave allarme, era stato prodotto dallo spezzarsi dei ghiacci del Cliitn-liorazo al punto in cui erano percossi dai primi raggi del sole nascente. Si ricevettero frattanto nuove di Spagna dello scioglimento della giunta centrale e della formazione d’una reggenza colla convocazione delle auliche cortes e l’ordine di prestare giuramento di fedeltà al governo novella-niente costituito. Carlo Montufar, instruito dal viceré di questi eventi, si ritirò a Quito colle truppe cui comandava. Verso la metà del mese di novembre il generale Molina giunse a Cuenca i cui abitanti erano rimasti fedeli alla causa regia, con ordine di procedere sul momento allo scioglimento della giunta. Il capitano Villavicencio spedito da Guayaquil per trattare col governo sulle proposte fatte dal generale Molina, recandosi nella sala della giunta e ritornandone, venne scortato da venticinque donne armate di lande e comandate da un individuo chiamato Salinas, antico domestico del capitano Salinas, perito nel massacro del 2 di agosto. Durante l’assenza di Montufar ebbervi a Quito varie sollevazioni eccitate principalmente dagl’indiani che avevano alla testa un tale chiamato Pena, il cui figlio era stato ucciso il 2 agosto. L’oidor Fucrtes ed il mastro generale di posta avendo cercato la salvezza nella fuga furono arrestati vicino al Maranon, ricondotti a Quito ed impiccati sulla pubblica piazza. La causa regia perdette a quest’epoca tre de’ suoi principali sostegni colla morte di Quintian A ponte vescovo di Cuenca, del generale Molina e del presidente conte Huis. Il primo mori a Guayaquil, il secondo a Cuenca ed il conte Ruis che si era ritirato in un piccolo convento dei sobborghi di Quito ne fu strappato, trascinato per le strade e finalmente messo a morte. Tutta-volta don Toribio Montes nominato dalla reggenza presidente di Quito si mise alla testa delle truppe stazionate a Guayaquil ed a Cuenca e dopo alcune scaramuccie coi quitani impadronitosi di Quito, inviò al supplizio varie persone che aveano preso parte agli ultimi avvenimenti. Di questo numero fu don Carlo Montufar che venne fucilato alla schiena come un traditore, dopo di che gli fu strappato il cuore