DELL' AMERICA 147 nc avevano ricevuto dal sole loro padre ; giacché doveano fermare la loro residenza c stabilire la loro corte colà ove la verga «’ approfondasse d’ un sol colpo. Dopo aver camminato lungo tempo giunsero nella valle Huanacauti ove la loro verga d’oro essendosi immersa nel terreno, l’inca disse alla regina : » E dunque in questa valle che il sole nostro padre vuole che fermiamo la nostra dimora. » Poscia riunendo i selvaggi dei dintorni gettò le fondamenta della città imperiale di Cozco (1). Dissero ai loro novelli sudditi, essere venuti ad insegnare agli uomini il culto del loro padre, ed a coltivare la terra e nutrirsi delle sue frutta. Insegnando agli uomini il lavoro, alle donne la filatura della lana, li accostumarono a vivere in società. Manco Capac nominò alcuni curacas o cacichi per governare le comunità, ciò che non doveva essere molto facile, perchè, giusta la relazione degli storici i più degni di fede, questi popoli erano allora così ignoranti e barbari che nella loro maniera di vivere differivano poco dalle bestie feroci. « Erauvi, dice della Vega, fra gli antichi idolatri alcuni indiani un cotal poco migliori delle bestie mansuefatte ed altri ancora peggiori degli animali i più selvaggi. Non avevano divinità immaginarie a guisa dei greci e dei romani ; ma adoravano le cose che cadevano [sotto i loro sensi, come le erbe, le piante, i fiori, gli alberi, le grosse pietre, i ciottoli, lo smeraldo, le caverne, i precipizi! e gli alti monti. Adoravano l’astuzia nella scimia c nella volpe; nel cane la fedeltà; nel lupo-cerviero la prontezza; ed in un uccello che chiamavano cuntur (2), la grandezza. Alcune nazioni sacrificavano all’ aquila, altre oilrivano un culto al falcone, a motivo della sua destrezza nel volo; altre facevano oggetto della particolar loro venerazione il gufo a motivo della bellezza de’suoi occhi e della sua testa, come pure la civetta, perchè essa vedeva nelle tenebre. Riguardavano come divinità i colubri, i serpenti, le vipere ed i rospi. Gli abitanti delle provincie degli Antis adoravano le tigri ed i grandi colubri chiamati amaru. La (1) Della Vega scrive sempre cosi il nome di questa città. (2) Il grand’ avoltoio delle Indie, ¡1 gypagus gryffus, 0 zopilote di Vieillot.