17« CRONOLOGIA STORICA che hanno cinque a sei linee di diametro, servivano ad essi per legare tutto ciò che volevano, tanto lo stilo di questa pianta è pieghevole e flessibile (i). Ottenevano il fuoco stropicciando assieme due piccoli bastoni di legno chiamato uycica. Si fabbricavano i calzari collo stelo e la radice del maguey. Le lunghe spine, procedenti da una specie particolare di cardo, tenevano luogo d’aghi da cucire, cd il giunco del paese serviva loro a costruire cor-daggi, panieri, ceste c patacas ossieno piccole coffe. 1 peruviani ignoravano l’uso delle grue, dille leve e delle cavrie c delle altre macchine destinate ad innalzare o calare grosse pietre, e non impiegavano nè bestie da soma nè carrette per trascinarle. Non possedevano nè lime, nè pinzette, nè tenaglie, nè chiodi, nè forbici. Si tagliavano i capelli mediante rasoi fatti di una pietra da fuoco. Allorché gli spagnuoli diedero ad essi delle forbici, un inca disse ad un compagno di scuola dello storico Della Vega: u In verità, se i vostri compatrioti non avessero fatto altro che recarci rasoi, forbici, pettini e specchi, avrebbe ciò bastato perchè noi cedessimo ad essi generosamente tutto l’oro e l’argento che possedevamo. » Gl'indiani non conoscevano l’arte di fabbricare le tegole, i mattoni, ecc.; costruivano i loro cdifizii mediante una specie di terra rossa argillosa, tanto più propria a servire di cemento, che non si scorgeva tra le pietre. Queste essendo bene lavorate sembravano formassero un solo pezzo; in guisa che gli spagnuoli credettero dapprincipio che questi popoli costruissero le loro case senza gesso o calce. Mescolavano a questa terra della paglia tagliata, e ne formavano quadrelli della larghezza della muraglia cui volevano innalzare; li esponevano quindi al sole e se ne servivano come noi dei mattoni. Per tagliare le pietre adoperavano altre pietre dure e nere chiamate liiliuana, di cui giunge* ano a fare degli stromenti a forza di stropic-ciark; assieme. Fabbricavano gli specchi colla pietra d’inca (gallinacei, * quali, dice don Ulloa, avevano le superficie così liscie quanto avrebbero potuto dar loro i nostri più abili operai. I vasi di terra chiamati guachere, nei quali (i) Don Ulloa, Relation hi storie a, tee., lib. V, rip i.