Vili In questi ultimi tempi: il fascismo, il futurismo, come ogni rivoluzione spirituale, il Carducci, il Pascoli, il D’Annunzio ed altri scrittori di grido, hanno messo in circolazione centinaia di vocaboli ormai passati nel linguaggio familiare e letterario. Il nostro dizionario tien conto di tali incrementi. Inoltre dedicammo speciale attenzione alla terminologia e alla fraseologia, tanto a quella della scienza e dello stile letterario elevato, quanto anche a quella della lingua familiare. Si ebbe non poco riguardo agli aggettivi derivati tanto da nomi di persona, quanto di luoghi italiani (romano, fiorentino, torinese, veneto, ecc.); e così pure alle espressioni bibliche e mitologiche. Anche alla parte grammaticale, p. es. alla costruzione dei verbi, s’ è posta molta cura con riguardo ai bisogni della vita e della scuola. Della lingua arcaica abbiamo dato solo le voci più note letterariamente, e dei diminutivi e accrescitivi italiani abbiamo registrato quelli che assumono significato non compreso nel loro primitivo. Quanto alle circonlocuzioni il nostro dizionario, lo diremo subito, ne ha molte. Abbiamo fatto il possibile di dare in esso i vocaboli più usuali della vita pratica, parole che si sentono cento volte al giorno e che non devono, quindi, mancare in un dizionario della lingua parlata. Ma renderle tutte con una sola voce non è possibile sempre. In simili casi si è costretti a spiegare più che a tradurre il vocabolo. Non abbiamo nulla da dire per giustificare i molti neologismi introdotti in questo dizionario nè per le voci straniere da noi usate: sono voci che fanno già parte del patrimonio nazionale della lingua ed alle quali già parecchi puristi si sono inchinati. Niente paura: il moto nelle lingue corrisponde al moto del pensiero. E poi, a conti fatti, non vi sono parole pure o impure, ma soltanto parole usate bene e parole usate male, purché si accetti 1* opione del Machiavelli, che dice: »Quella lingua si chiama di una patria, la quale converte i vocaboli eh’ ella ha accattati da altri, nell’ uso suo, ed è si potente, che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro, perchè quello eh’ ella reca da altri, lo tira a sè in modo, che par suo.« Così dunque nel nostro dizionario c’ è dovizie di espressioni e di modi che si riferiscono al complesso della vita moderna. Abbiamo voluto così, senza timore di venir contraddetti, far risaltare in modo speciale il risultato di questo nostro lavoro non penoso ma anzi attraente al sommo grado. Avvertiamo sin d’ ora che chi si serve anche del migliore dei dizionari non deve dimenticare che si dovrà sempre aiutare col buon senso. Chi, però, vuole andare in fondo alle cose potrà, forse, essere soddisfatto consultando per la lingua italiana il vocabolario dell’ Accademia della Crusca — è prematuro parlare già del Dizionario che la R. Accademia d’Italia sta ora preparando — e per la lingua croata il vocabolario che da anni e anni va pubblicando 1’ Accademia jugoslava di Zagabria. Tali le linee fondamentali di questo dizionario. Quanto a me, ebbi sempre piena coscienza delle difficoltà del mio compito; conforto morale alla dura fatica e al »lungo studio«, per esprimermi col padre Dante, m’ è stato sempre il pensiero di far cosa utile agli studiosi dell’ italiano e del croato.