DELL’ AMERICA 21 ( quemila, cd i generali, chiamati ÌJaiun apa, o gran capitani, diecimila. I curacas, o signori, comandavano i loro vassalli in pace ed in guerra. Aveano il potere di emanar leggi particolari, d’imporre tributi e di provvedere a tutti i bisogni conformandosi alle ordinanze dell’ inca. I capitani in capo cd i loro subordinati godevano grandi privilegi: le loro cariche erano ereditarie, non pagavano imposizioni o traevano dai magazzini regii tutto ciò di cui abbisognavano. Magazzini. Ve n’erano di tre specie. Negli uni custo-divansi i tributi, negli altri il raccolto. Ogni città racchiudeva due magazzini, 1’ uno per le provvigioni che non dovevano servire che nel caso di carestia, l’altro per ricevere quelle che provenivano dalle terre del Sole e dell’inca. Erano costrutti di argilla mescolata colla paglia, e la grandezza era proporzionata alla quantità dei grani che dovevano deporvisi. Oltre a questi magazzini ne esistevano altri sulle grandi strade di tre in tre leghe, che dagli spa-gnuoli furono in progresso convertiti in alberghi. Portavan-si a Cuzeo, per il consumo della corte, tutte le produzioni delle terre del Sole e dell’inca a cinquanta leghe all’intorno, ad eccezione tuttavia di una certa porzione che passava nel magazzino generale degli abitanti. Il governo provvedeva al mantenimento delle truppe, alle quali era proibito di vivere nelle città a peso dei cittadini. Se un soldato prendeva qualche cosa che loro appartenesse, era tosto punito di morte (i). Ospitali. Eranvi sovra tutte le strade alcuni ospitali (Corpahuasci), che traevano le provvigioni di cui abbisognavano dai magazzini mantenuti dal principe per il comodo dei viaggiatori. Tambos. I tambos erano palagi di una vasta estensione innalzati sulla strada dei Monti alla distanza di una giornata di cammino 1’ uno dall’ altro. Sovra quella della pianura erano situati lungo i fiumi, ad otto, dieci, quindi- (i) Pietro de Cieza di Leone, cap. 6o.