298 CRONOLOGIA STORICA di Pietro ile Ilinojosa per impedire a Nunez di farvi leva di truppe, e quest’ offìziale ritornò poco dopo con dugento reclute che si erano dapprima ingaggiate pel servigio del vicere. Nunez pervenne tuttavia a raggranellare alcuni soldati a Popayan, e credendo Pizarro lungi dalla provincia di Quito si avanzò da quel lato. Ma questi avvisato del suo avanzarsi gli si fece incontro e lo raggiunse il ig gennaro i546 nella pianura di Anaquito. Le forze del viceré si componevano di dugento fanti e cendieci cavalieri} quelle di Pizarro di trecentrenta picchieri, cencinquanta moschettieri e centrenta cavalieri. La vittoria non fu a lungo dubbiosa. L’esercito regio perdette una cinquantina d’uomini nella pugna e settanta nella ritirata. 11 viceré che fu rinvenuto sul campo di battaglia immerso nel sangue ebbe la testa recisa ed il suo corpo fu vituperosamente trascinato da un negro. Pizarro ebbe soltanto dugento uomini uccisi, e dopo questa vittoria ritornò trionfante a Lima ove stabilì la sua residenza ed inviò da colà agenti in Ispagna per giustificare la sua condotta. Frattanto Francesco de Almcndias, luogotenente di Pizarro alla Piata, essendosi reso odioso agli abitanti di questa città per aver fatto strangolare senza motivo Goraez de Luna uno de’cittadini più ragguardevoli, tutta la popolazione corse alle armi, e scelto a capo Diego Centeno offìziale distinto che avea servito sotto il viceré Nunez, si dichiarò pel re e marciò in numero di mille a milledugento uomini contra Pizarro. Tuttavolta l’abilità di Francesco de Carvajal trionfò di quella di Diego Centeno, cui obbligò di ritornare alla Piata. Questo generale battè quindi un corpo d’esercito sotto gli ordini di Lopez de Mendoza che peri nell’azione e di cui spedì la testa ad Arequipa per esservi esposta alla forca. Carvajal entrò a Potosí colle armi alla mano, prese possesso delle miniere eli’ erano state discoperte, si appropriò tutti gl’ indiani yanaconas, o schiavi degli spagnuoli morti od in fuga, o che non erano del suo partito, e s’ impadronì di diecimila llamas che servivano al trasporto dei viveri. Carvajal, allegando il proverbio che dice : « che non liavvi tradimento a cingere il diadema » , cercò di persua-