DELL’AMERICA >77 bevevano la cìiicha, erano fatti di un'argilla fina c nera cd avevano la forma d’una brocca senza piede, con un seno nel mezzo ed un’ apertura da un lato per bere e dall’altro la testa di un indiano, « di cui i lineamenti erano così abilmente disegnati, dice don Ulloa, che io sfido i nostri stovigliai di fare cosa che vi si accosti. » Vi erano di queste brocche fatte di argilla rossa. Si trovarono pure i vasi nei quali preparavano e conservavano la cliicha ; ma ignorasi donde provenisse la materia della loro composizione. Per cuocere i loro alimenti si servivano di fornelli economici al pari di quelli de’nostri giorni: il fuoco mantenuto lateralmente investiva le pareti del vaso eh' era collocato all’apertura. Le peruviane vedendo gli spa-gnuoli preparare le vivande all’aria aperta dicevano non conoscere essi per nulla la cucina. Lo strumento di cui si servivano per lavorare la terra era un pezzo di legno della lunghezza del braccio, della larghezza di quattro dita, piatto al dinanzi e rotondo al di dietro. Era questo appuntito all’estremità e con nel mezzo due piuoli per collocarvi i piedi e profondai lo nella terra. Gli uomini lavoravano in compagnie di sei a sette, mentre le femmine strappavano le erbe cattive. Facevano fondere i metalli col mezzo di tubi di rame della lunghezza di mezz’auna, c ristretti all’una delle estremità, ove soffiavano colla bocca, ritirando quindi il metallo dalle brace mediante una verga di rame. Conoscevano l’arte di lavorare l’oro e l'argento: la catena d’oro fabbricata per la festa del figlio di Huayna Capac avea treccncinquan-ta passi di lunghezza ed era della grossezza del pugno. Fabbricavano col rame tutti gli oggetti pei quali noi impieghiamo il ferro, come mannaie, stromenti, coltelli, martelli, zapponi, spille, armi, ecc., e ne facevano pure specchi; sembra che i peruviani possedessero il secreto di dare a questo metallo una tempera uguale a quella dell’ acciaio. La durezza della specie di rame chiamato anta, eli’essi stimavano molto più dell’oro o dell’argento, proveniva senza dubbio dalla quantità di parti arsenicali mescolate al metallo. Godin spedì al conte di Maurepas una vecchia mannaia di rame peruviano, la quale, giusta la relazione del conte di Caylus, uguagliava in durezza le antiche