CRONOLOGIA STORICA subavvocazia d’Aix-la-Chapelle, venne a rompersi la loro amicizia, clic del resto non dovea essere mollo (cima. Morto in Italia a’24 agosto del 1313 l’imperatore Enrico VII della casa di Luxemburgo, sorse divisione fra gli elettori per la scelta del di lui successore, locché fu causa d’un interregno di quattordici mesi, e riuscì finalmente in una doppia elezione, essendoché una parte degli elettori conferiva lo scettro a’19 ottobre del 1314 a Luigi di Baviera, e l'altra nel giorno medesimo sceglieva Federico d’Austria detto il Bello, che venne coronato a Bonn dall’arcivescovo di Cotogna il 26 novembre seguente, come ne fanno fede le lettere stese dagli stessi elettori nei ricordati giorni. Entrambi gli antagonisti trovarono partigiani fra i principi d’Alema-gna a tenore delle diverse mire che per avventura poteano muovere ciascuno di essi a preferire l’uno all’altro competitore. Rinaldo avvisò ben fatto di aderire al partito di Federico; anzi sembra tentasse con qualche sforzo d’impedire che il di lui avversario si rendesse signore d’Aix-la-Clia-pclle, ch’era il luogo dell’incoronazione; ciocché peraltro non gli riuscì, mentre Gerardo conte di Juliers ed altri principi devoti alla causa di Luigi di Baviera erano entrati in codesta città, ove fu pure a Luigi posta sul capo nel 25 novembre la corona reale per mano di Baldovino arcivescovo di Treviri. Questo principe,, a fine di maggiormente amicarsi il conte di Juliers, a’19 marzo dell’anno susseguente gli donò 0 piuttosto vendette per tremila marchi la permissione di ritirare la subavvocazia d’Aix-la-Chapello dalle mani del signore di Fauquemont, a patto per altro che gli restituisse la somma onde la tenea ipotecata. Questa clausola era in qualche modo un atto di moderazione, trattandosi d’ un nemico; Rinaldo però di tale ricupera non volle udirne parola, éd anzi prese le armi contro del conte, 0, a meglio dire, continuò con più accanimento la guerra cui la rivalità di Federico e di Luigi aveva accesa ira loro. Era sì grande la esacerbazione de’loro animi, che non vollero giammai dare orecchio alle vie di accomodamento che da vari comuni amici, tocchi dalle infelicità dei popoli, ad essi venivano proposte. Rinaldo ebbe tostamente motivo di pentirsi della sua ostinazione; perciocché, mentre un giorno si stava occupato a dare il guasto alle terre di Ju-