DEI DUCIII DI LOTniER E DI BRABANTE i1i condusse in Alcmagna. Goffredo, ravvisando allora non esservi per lui più sicurezza in Italia, ritirossi nei Paesi-Bassi, ove strinse una nuova alleanza col conte di Fiandra per farsi rendere ragione dell’insulto praticato alla sua sposa. Eglino assediarono insieme per terra e per mare la città d’Anversa, dove Federico duca della bassa Lorena, avvertito de’loro disegni, erasi di già rinchiuso. Ma dopo assai prove ritiraronsi malconci da questa piazza, e si recarono a portare altrove la guerr^. Duravano le ostilità fra Enrico III imperatore e questi due confederati per tutto il resto del regno di questo principe; e non fu che dopo la di lui morte, che si restituì la pace alla bassa Lorena nella dieta tenutasi a Cologna l’anno io56, presente papa Vittore II. Per la mediazione di questo pontefice il conte di Fiandra c Goffredo si riconciliarono col nuovo re di Germania Enrico IV, il quale ridonò allora ad esso Goffredo ¡la marchesa sua moglie, con cui egli ripigliò la via dell’Italia. Noi esporremo nell’articolo dei marchesi e duchi di Toscana quanto venne da lui operato in questa provincia. Federico di Luxemburgo suo rivale cessò di vivere nell’agosto del io65 (non già 1073 come nota Bertholet), lasciando da Gerberga sua prima moglie figlia di Eustachio I conte di Boulognc una figlia nomata Jutte, che poscia fu sposa di Walerano conte di Limburgo. L’antico storico dell’abazia di .Saint-Hubert gli attribuisce per seconda moglie Ida, detta pure Raelinda, che riraaritossi, die’egli, al cominciare dell’anno 1066 con Alberto III conte di Namur. GOFFREDO il BARBUTO, ristabilito. io65. GOFFREDO il BARBUTO venne riposto da En-» : rico IV re di Germania sulla sede ducale della bassa Lorena; ma pare ch’egli non vi rientrasse di nuovo che nel 1069, allorché si sentì preso dalla malattia onde fu tratto al sepolcro. Essendosi fatto trasportare dall’ Italia, ove allora trovavasi, a Buglione, per ivi ricuperar la salute, si accorse ben tosto che gli conveniva di pensare all’altra vita. Thierri abate di Saint-Hubert, da lui fatto chiamare, accolse la sua confessione, ch’egli espose spargendo assai