! DEI LANGRAVI DELL’ALTA ALSAZIA 27 nio conte di Ferrette e di Giovanna di Borgogna contessa di Montbeliard, avea già cessato di vivere a Vienna la notte del 14 al i5 novembre x351 in età di cinquantaun anno. 11 matrimonio di Alberto e di Giovanna fu sterile per quasi diecinov’anni, ma infine loro nacquero quattro maschi e due femmine. I figli furono Rodolfo, Federico, Alberto e Leopoldo: del primo or or parleremo, siccome dei due ultimi: quanto poi a Federico, egli fu ucciso alla caccia il 10 settembre i362 in età di quindici anni. Alberto, erede dei dominii d’Austria, fu l’autore di un ramo che nel 1458 si estinse nella persona di Ladislao suo pronipote. RODOLFO VII, ALBERTO VII e LEOPOLDO II. i358. RODOLFO, ALBERTO e LEOPOLDO, tutti e tre figli del duca Alberto, possedettero indivisi il langraviato dell’alta Alsazia} e con questa intestazione JYos llu-dolffus, Albertus et Lcupoldus fratres uterini, Dei gratia archiduces Austriai. . . et landgravii Alsacie emanarono unitamente non pochi atti negli anni i36t, i364 e 1365. Ma Rodolfo, che era il maggiore, ne sosteneva il governo. Appellato questi il Magnanimo od anche l’Ingegnoso, nato a Vienna il i.° novembre 133c), succedette al padre non solamente nel langraviato, ma ben anche nei ducati d’Austria, di Stiria e di Carintia, non che nelle contee di Hab-sbourg, di Kibourg e di Ferrette. Il patrimonio di lui, non che quello de’suoi fratelli, s’aumentò nel 1363 colla contea del Tirolo, che fu loro ollerta in dono da Margherita Maultaxh, la quale aveva a que’giorni perduto Mainardo unico suo figlio ed erede. Rodolfo avea sposata nel luglio del 1837 Caterina di Luxemburgo figlia dell’imperatore Catlo IV, il quale lo elesse nello stesso anno landvogt, ossia avvocato provinciale d’Alsazia. Forse fu questo nodo che lo indusse ad attribuirsi negli atti suoi del i35g e del i36o fra gli altri insoliti titoli anche quello di principe di Svevia e d’Alsazia. Gli stati propri di queste due provincie gli contrastarono una cotal qualità, siccome pur quella che prese in pari tempo nel suo sigillo di duca dì Svezia e d’Alsazia; e lo citarono quindi alla dieta di Norimberga, perché ivi