DEI CONTI D’OLANDA cipe. Egli ottenne dall’imperatore Enrico VI, mercè diploma rilasciato il 20 ottobre del iic)3, la conferma del diritto di pedaggio di Geervlict. Quest’atto porta la data dell’anno 1195 nell’edizione del Martcnnc (Thcs. ctnecd., tom. I, Sag. dii ), ma però erroneamente, siccome il comprova M. ,luit (Not. ad Chron. Edmund, pag. 157). Guglielmo fratello di Thicrri, al suo ritorno da Terra Santa, dove avea accompagnato il genitore, prese le armi nel ii95 all’oggetto di ottenere una parte della successione paterna, che Thicrri volca tutta per se riserbarc. La guerra avea termine mediante un accordo che valse a Guglielmo le contee di Wcstergo e d’Ostergo; ma la pace non fu punto durevole fra i due fratelli. Guglielmo recatosi l’anno 1197 in Olanda per visitare sua madre, e di là in seguito, ad onta de’consigli di lei, nel castello di liorst per vedere anche il fratello, fu ivi arrestato da Enrico Grue conte di Kuinze e da altri uffiziali della chiesa d’ Utrecht, che lo cacciarono in una carcere. Gli Olandesi, inaspriti da tale perfidia, agevolarono a Guglielmo lo scampo; ond’egli sal-vossi presso Ottone III conte di Gueldria, il quale diedcgli in ¡sposa la propria figlia Adelaide, e maneggiò in seguito la di lui riconciliazione col fratello. Era già da gran tempo che i conti d’Olanda si tro-vavano in discordia coi duchi di Brabantc rispetto alla Sud-Olanda, quando finalmente si conchiuse a’ 3 del novembre 1200 un trattato, mercé il quale Thicrri rimase pacifico possessore di questa provincia, riconoscendosi vassallo del duca di Brabante. Breve per altro fu questa pace, dacché Thicrri, collegatosi nel 1202 con suo fratello e con Ottone conte di Gueldria contro il vescovo d’Utrecht, che aveva l’appoggio del duca di Brabante, si recava ad assediare Bois-le-Duc, ed a’ 4 settembre se ne rendeva signore. Ma in quella eh’ egli se ne tornava traendo seco una moltitudine di prigionieri, il duca di Brabantc gli corse addosso, e preso lui stesso non lungi da Ilcusdcn, lo fece condurre a Lovanio. Pretendono alcuni autori degni di fede, ch’egli allora fosse’ costretto in prezzo della sua liberazione a riconoscersi vassallo del duca di Brabante cd a pagargli due mila marchi d’argento; e quantunque lluidccoper nieglii cotesti fatti, certo è tuttavia eh’essi si rilevano nella cronaca