DEI CONTI DI NAMUR E N R I C O II. Ii3c). ENRICO, che divenne successore a Goffredo suo padre nella contea di Namur, essendo nel vegnente anno entrato in discordia con Adalberone vescovo di Liegi, assali all’improvista la città di Fosse nel paese di Lomme, e l’abbandonò all’incendio cd al saccheggio (Auctiv. Gem-blac). Questa inimicizia non ebbe ulteriori conseguenze, perocché noi troviamo che nel n/fi s’era già conchiusa la [>ace fra il conte ed il prelato, mentre Enrico fu tra i colegati di esso nella spedizione eh’ fece l’anno medesimo ad oggetto di ricuperare il castello di Buglione usurpato alla sua chiesa dal conte di Bar-le-Duc. Fra le altre prodezze ch’egli operò in questa guerra, riferisce Gille di Orvai come volendo egli distruggere un molino, di cui gli assediati valevansi, saltò a cavallo nel fiume alla testa delle sue genti per tagliare la diga che sosteneva le acque; loc-chò gli assediati stessi scorgendo, tre iu fra di loro scagliarono contemporaneamente una freccia sul suo cavallo rovesciandolo nell’onde insieme col cavaliero. Le sue genti però tostamente lo rialzarono, e spronate dalle esortazioni di lui, vennero a capo di restituire al fiume il suo libero corso e d’impedire con ciò che il molino girasse; imperciocché il fiume (ch’era il Semois) conteneva una massa troppo pic-ciola d’acqua per farlo muovere senza artifizio. Avendo l’imperatore Corrado nel conceduta al conte Enrico l’av-vocazia di San-Massimino di Treviri, egli prese a difendere quest’abazia contro l’arcivescovo Adalberone, il quale tentava d’invalidare la di lei franchigia. Questa discordia, che cagionò una guerra vivissima fra il conte ed il prelato, ebbe termine nella dieta di Spira mercè un diploma di. Corrado in data del 4 gennaio 11(V. gli arcivescovi di Treviri). Nel ji49 giusta Lamberto Waterlos, ovvero n5o secondo un manuscritto degli annali d’Anchin, Baldovino il F’abbri-catore conte d’Hainaut, trovandosi in guerra con Thierri d’Alsazia conte di Fiandra, implorò l’aiuto di Enrico suo cognato, e non già suocero, come Waterlos asserisce, il quale gli condusse alcune truppe con Enrico vescovo di Liegi alfine d’impedire che il detto conte di Fiandra fot-