DEI VESCOVI E PRINCIPI DI LIEGI THEODWINO. 1048. TIIEODWINO della casa di Baviera, che fu eletto a successore di Vazone dall’imperatore suo congiunto, era precedentemente prevosto di Bruges. I primi anni del suo episcopato furono sommamente burrascosi attese le guerre clic Goffredo non cessava mai di trattare nei Paesi-Bassi. Avendo Thierri IV conte d’Olanda ucciso per mala sorte in un torneo il fratello dell’arcivescovo di Cologna, Theod-wino si unì a questo prelato insieme coi vescovi d’Utrecht e di Metz e col margravio di Brandeburgo ad oggetto di vendicare una tale uccisione. Presero infatti Dordrecht, che al conte spettava, in mezzo al verno dell’anno 1048; ma appena n’erano entrati in possesso, Thierri riprese la piazza con pericolo che i collegati ne venissero fatti prigioni. Nel io53, allora quando Baldovino di Lilla conte di Fiandra piombò sulle terre di Liegi e commise le ostilità più sanguinose, Theodwino porse a quelli che da ciò aveano sofferto le più splendide testimonianze di beneficenza col sollevarli dalle perdite da essi provate, e fece restaurare la città d’ Hui già dal conte data in preda alle fiamme. Nel 1071 Bichilde contessa di Fiandra e d’IIainaut, affine di ottenere la di lui protezione contro Roberto di Frisia usurpatore della Fiandra, gli cedette la contea d’ Hainaut, ed in seguito la ripigliò a titolo di feudo. Questo trattato si conchiuse a Fosso in una grande assemblea, nella quale si trovarono oltre ad altri signori Goffredo duca della bassa Lorena, Alberto conte di Namur, Enrico conte di Lovanio, i conti di Chini e di Montaigu, non che i maggiorenti del paese di Liegi, i quali tutti si unirono in lega" colla mira di riporre Iìichilde nel possesso della Fiandra. Tuttavia il valore e la destrezza di Roberto resero inutile ogni sforzo messo in opera da questa lega per ¡spogliarlo ( V. i conti di Lianclra). Theodwino difese con migliore successo i privilegi della sua chiesa. Avvenne che i suoi nemici lo accusassero di simonia sul finire degli anni suoi presso il pontefice Gregorio VII, ed inoltre che ei tollerasse i preti concubinari. Gregorio quindi scriveva in proposito al prelato una lettera assai risentita c piena di alterigia siccome