296 CRONOLOGIA STORICA ma i vincitori la trovarono presso che spoglia, avendo la più parte degli abitanti colto il destro di scampar nelle Ardenne. Entratovi il duca consegnava la città al saccheggio risparmiandola alla sola cattedrale: la più parte degli infortunati abitanti che ancor vi restavano vennero precipitati nella Mosa. Erano questi quasi tutti o vecchi o femmine o fanciulli: furono gli altri sgozzati. Il re testimonio di tali orrori nel 2 novembre prendeva comiato dal duca, dopo avergli dato il consiglio d’appiccare il fuoco alla città; ond’cgli seguiva un avviso si micidiale, e lasciava partendo nello stesso giorno quattromila uomini, che sotto la guida del signor d’Imbercourt lo effettuassero. Questi tuttavia sottraeva dall’incendio le chiese e le abitazioni dei canonici; tocche Ju causa, dice Comines, che la citici venisse tostamente ripopolata; perocché questo gran popolo tornava a dimorare presso dei sacerdoti, i quali erano in sì gran numero che, se stiamo al medesimo autore, si celebravano tante messe in un giorno a Liegi quante nella stessa Roma. Faceva allora cotanto freddo che il vino gelato nelle botti veniva franto a colpi d’ascia e liquefatto al fuoco (Para-din ). Devesi da ciò inferire quanti abitatori di Liegi perir dovessero nella lor fuga. Finché Carlo visse il paese di Liegi e la sua capitale non poterono che debolmente operare per riaversi delle perdite loro, aggravati com’erano dalle tasse imponenti di cui questo principe li caricava. Però dopo la di lui morte la remissione che Maria dì lui figlia ed erede fece loro degli arretrati rianimò in essi l’industria e il coraggio; sicché andavano a gara nell’innalzare nuovi edifìzi, che riuscirono peraltro senza ordine; laonde anche a’ dì nostri le vie di questa grande città sono per la. più parte strette ed irregolari. Ma intanto che i cittadini di Liegi s’occupavano in tali opere sorgeva un nuovo tiranno a turbare la lor pace ed imprendeva a soggiogarli. Guglielmo della Marck signore d’Aremberg e di varie altre terre nel Liegese, soprannominato per la sua ferocia il Cinghiai delle Ardenne, avea prestato il suo braccio, mentre ancora viveva il duca Carlo, quando a quelli di Liegi e quando ai Borgognoni, rendendosi ognora formidabile nella fazione ch’aveva abbracciata. Però dopo la morie di questo principe, essendo