44» CRONOLOGIA STORICA nant, c l’altra eziandio di Montjoic; c fu pure maresciallo di Giovanni d’ Epe vescovo di Liegi. La prova di tutto questo trovcrassi nelle seguenti nostre narrazioni. Nel maggio dell’anno 1217 (Bcrtholet, Hist. de Lu-xcmb., tom. IV, pr., pag. 49) eRl> s> obbligò insieme cui suo genitore c con altri signori di prestar aiuto a Filippo signor d’ Autrcppc, il quale avea reso omaggio a Walera-110 III siccome conte di Namur, non meno che a Clarem-baldo di lui padre, nel caso ch’eglino avessero ad entrare in guerra. Nell’anno 1220 (Gelenius in notis, ad cap. 4, lib. 1, V. S. Engclb., pag. 79) egli giurò insieme col padre c col iratcllo di osservare il trattato di pace dal primo couchiuso con Engelberto arcivescovo di Cologna. Nel gennaio poi del i2»2 (Ex arcliiviis Hcinsbcrg, Indici. X) egli conferì, unitamente al padre, al fratello ed allo zio Gerardo signore di Wassembcrg, il juspatronato della chiesa parrocchiale di Iloengcn al monastero delle suore d’Hein-sherg. A’ 10 di novembre del I2a5, tre giorni dopo l’uccisione di sant’Engelberto arcivescovo di Cologna, il duca di lui padre lo spedì insieme collo zio ad atterrare il castello ili Valenza, ovvero Valandluis, che il prelato avea fatto erigere sui confini del Limburghcse; il che ci viene attestato ila Cesare d’Heisterbach con queste parole ( Vitae Engclb., 1. 2, c. 9, pag. 154 ) : E>ux Walramus de Lini• burg, socer comitis Fridcrici (Desscmbcrg) . .. terlia die a caede ejus (.Archiepiscopi) antequam corpus cjus t’enis-sel Coloniam, congregato milite copioso et multis rusticis, castrimi Valantiam, qnod beatus vir ad munimentum torme non longe a Castro Bodensi ( Rolduc) maximo suwptu acdj/ìcarat, absens obsedit, et post paucos dics cum magno suoriim tripudio dcjccit . . . TValranms ut a facto excu-sarc se pusset, sicut et fecit, praesens adesse noluit, sed fralcm sitimi Gerardum cum jilio JValvamo ad castrimi destruenduni inisit; ajebat cairn in suain ignominiam illud cxtmclum. Walerano il Giovane, se stiamo alla relazione che ce ne dà lo stesso scrittore, pagò quest’opera con una lunga malattia: Post cujus (Ducis Walrami) mortem, di-c’cgli, dum filii cjus Walramus junior et comes Henri-cus, gravi admodum in/ìrmitatc correpti, satis vexali suni, nec adhuc piene convaluerunt. Causam vero Unii morlis