DEI DUCIII DI LOTHIER E DI BRA BANTE . 31 disfacimento, il re si costituì arbitro delle contese che passavano tra lui ed il vescovo di Liegi colla più parte dei principi c signori dei Paesi-Bassi. Ma essendosi a tal uopo recato nell’abazia di Royal-Lieu presso Compiegne, non pronunciò colà il 21 giugno i332 che una specie di giudizio preparato-rio^ di cui i principi confederati non si mostrarono troppo soddisfi (Martenne, Ampi, coll., tom. V, pag. 201). Nè fu questa la sola congiuntura in cui il monarca interpose la sua mediazione in favore del duca di Brabante. In fatti nel 1333, avendo il vescovo di Liegi ed il conte di Guel-dria vendute al conte di Fiandra l' uno la signoria, l’altro l’avvocazia di Malines, il duca Giovanni si opponeva alla vendita siccome avente sopra Malines l’alto dominio, e ve-dea quindi tostamente formarglisi contro una novella confederazione composta di pressoché tutti gli stessi capi della primiera. Allora dopo qualche vicendevole atto d’ostilità, in cui il duca ebbe piuttosto la peggio, si convenne di riportarsi un’altra fiata alla decisione del re di Francia: citate quindi ad Amicns le parti, il re pronunciò nel 23 agosto i334 la sua definitiva sentenza intorno a vari articoli fra esse contestati, rimise quella di Malines ad un esame più esteso, e prese frattanto questa signoria sotto la propria custodia finché l’affare venisse deciso. Ma come poi troppo tardava una tal decisione, il duca di Brabante ed il conte di Fiandra si accordarono mercè un trattato in data del 3t marzo i336 (V. S.)*di possedere in comune ciò che costituiva l’oggetto della contesa. INell’anno 133y il duca Giovanni, dimenticando di quanto era tenuto alla Francia, si lasciò trascinare nella lega fatta da Eduardo III re d’Inghilterra a danno di questa potenza ; ma quasi che non vi avesse preso parte che di malincuore, procedeva a rilento per 1’ utilità di questo alleato; anzi riconciliatosi poi nel 1343 col re Filippo di \aiois, venne a capo di poter distaccare i Fiamminghi dal partito dell’Inghilterra. JNcl i34g Giovanni ottenne dall’imperatore Carlo IV lettere-patenti, in forza delle quali, dopo aver proibito a tutte le corti di giustizia dell’Alemagna di citare dinanzi a se i sudditi del Brabante per qualsiasi causa civile 0 criminale, fuorché ne’casi di negata giustizia, egli rimetteva alla decisione dei giudici instituiti dal duca