462 CRONOLOGIA STORICA lettor di Cologna, non clic altri cavalieri di vaglia, difendevano la piazza con molto valore; ma avendo il reggimento di Lovanio preso un forte il i.° d’agosto, quei di Malines c d’Anversa, incoraggiti da tale esempio e spalleggiati dal reggimento di Broda, tentarono impadronirsi dell’altro, clic al primo stava d’accosto; sennonché vennero tostamente respinti con grave perdita. Allora il duca fece battere le muraglie con ogni specie di macchine; e questo fatto, congiunto al timore di rimaner senza viveri, induceva gli assediati a capitolare a’io dello stesso mese; non avendo domandata clic la sola vita, essa venne loro concessa. Il castello d’IIerle, non meno clic altre piazze, seguitarono codesto esempio, ed apersero le porte all’ esercito del Bracante. Ora vedendo Rinaldo come veniva ad essere interamente spogliato della sua provincia, cominciò forte a temere, c trovato modo di venire a trattative col vincitore, potè da esso ottenere la pace, non senza ceder per altro la città di Sittaert col castello di Herle, e con promessa di non esercitare mai più vermi atto ostile contro il duca nè contro i di lui soggetti. Giurava inoltre che , nel caso avesse mai violato codesti patti, si renderebbe prigione del duca a Lovanio, e non ne uscirebbe prima di avergli data piena cd intera soddisfazione. Giovanni III dalla sua residenza restituitosi a Bruxelles, congiunse mercè un atto del 14 settembre la città di Sittaert al ducato di Limburgo, impro-jncttcndo a’suoi cavalieri, nobili, vassalli cd altri sudditi di qua c di là della Mosa, che nè egli nè i suoi successori per qualsiasi motivo l’avrebbero giammai separata da questo ducato. Rinaldo però non la perdonava a quelli di Macstriclit, clic gli avevano cagionato un tanto disastro; cd il suo ri-sentimento lo trasportava più oltre che la prudenza noi richiedesse nelle sue circostanze. Cominciò per tanto ad aggravarli, siccome prima, di vessazioni; ma non potè goder lunga pezza di un sì triste diletto. II duca intimavagli subitamente di comparire a Lovanio, e Rinaldo dovette detci-minarsi a tal passo, allo scorgere che questo principe avea già fatte sfilar le sue genti alla volta di Macstriclit. Ignoriamo quale specie di soddisfazione il concilio del duca da lui esigesse; ma certo è che, non avendo egli potuto prc-