DEI CONTI DI LUXEMBURGO 18 5 ad Avignone, e giunse per la Lombardia in Baviera, ove il 28 settembre del i322 pugnò nella battaglia di Muldorff a prò dell’imperatore Luigi di Baviera contro il di lui antagonista Federico d’Austria. Presa parte nel i324 alla coti-federazione di Ferri duca di Lorena, di Baldovino arcivescovo di Treviri, di Eduardo conte di Bar, non che d’altri principi, contro gli abitatori di Metz, si presentò innanzi a questa piazza stringendola seco loro d’assedio. Dopo eli’essi ebbero desolati per lo spazio di dieciotto mesi i dintorni di questa città, mercè trattato del 3 marzo i325 (V. S.) fu ad essa conceduta la pace sotto condizioni assai dure. Il conte Giovanni restituivasi qualche tempo dopo in Boemia, ove lo richiamavano nuove turbolenze; e tornato poi nel i332 a Luxemburgo, si associava anch’egli alla gran lega del vescovo di Liegi contro il duca di Brabante; lega che essendosi nell’anno successivo rinovellata contro di questo duca per un altro motivo, lo vide per la seconda volta tra il numero de’suoi capi (V. Adolfo della Mark vescovo di Liegi). Nel mercordì precedente la domenica delle Palme (20 marzo) del 134* (V. S.) Baldovino arcivescovo di Treviri e zio di Giovanni trasferì in lui la contea 0 marchesato d’Arlon, cui aveva confiscata a Giovanni III duca di Brabante per non averne questi voluto rendere omaggio alla sua chiesa, alla quale questo feudo era soggetto (Vedi Baldovino arcivescovo di Treviri). Nel i346 la sua affezione per Filippo di Valois re di Francia lo indusse, ad onta delle sue infermità, mentre fin d’allora era cieco, a recarsi in Picardia per raggiungere la di lui armata. Combattè pertanto nella zuffa di Greci, ove il 26 agosto dell’anno stesso perdette la vita (V. Giovanni re di Boemia). CARLO. 1346. CARLO figlio maggiore di Giovanni il Cieco fu di lui erede nella contea di Luxemburgo egualmente che nel regno di Boemia. Il p. Bertholet pretende eh’ egli non fosse se non amministratore di questa contea durante la minorennità di Wenceslao suo fratello, il quale n’era divenuto, giusta questo scrittore, il vero proprietario dopo la morte del padre loro. Ma un atto di Baldovino di Luxern-