DEI CONTI D’OLANDA 577 formidabile esercito, invase la Frisia, ruppe più volte quegli abitanti, e finalmente, nel i4 agosto 1398, li obbligò a tributargli l’omaggio (Pan-Micrìs, tom. Ili, pag. 686). Se non che essendosi questi popoli novellamente ribellati, Alberto, atteso il cattivo stato delle sue finanze, si vide costretto nel i.° ottobre i4oi , a conchiudere seco loro una tregua di sei anni. Avendo poi domandato a Giovanni signore d’Arkel suo gran-tesoriere il resoconto della di lui amministrazione, questi per tutta risposta prendeva le armi, nè deponcvalc clic mediante un componimento. Alberto chiuse i suoi giorni all’Aja il i3 dicembre del i4°4> di sessantasett’ anni, senza aver pagato i suoi debiti; sicché per sentenza del giudice, conformemente alle leggi di quel paese, la sua sposa fu obbligata comparire innanzi al convoglio funebre vestita di abiti presi a prestito, e con in mano una paglia, cui gettò davanti al feretro per additare che rinunciava alla successione. Alberto ebbe due mogli, nomate entrambe Margherita. Lasciò dalla prima, ch’era figlia di Luigi I duca di Bricg in Silesia, e che mancò nel 1386, Guglielmo che gli succedette; Alberto conte di Nord-linga; Giovanni vescovo di Liegi; Caterina, primamente fidanzata ad Eduardo duca di Gueldria, poscia moglie di Guglielmo di lui nipote e successore; Margherita sposa di Giovanni duca di Borgogna; e due altre figlie di nome Giovanna: la prima, soprannominata Ida, fu consorte di Alberto IV duca d’Austria, e l’altra il fu di Wenceslao re di Boemia cd imperatore. Margherita figlia di Adolfo duca di Cleves e seconda sposa d’Alberto non gli partoriva alcun figlio. Sotto di quest’Alberto, giusta Cerisier (tom. II, pag. 140), troviamo per la prima fiata il titolo di stadhouder, divenuto a’dì nostri così onorevole ed importante. Officio di coloro che ne venivano rivestiti era rappresentare il prin-cipc, giusta l’etimologia dello stesso nome Stede-Houder (luogotenente), che per corruzione si cangiò poi in Slad-ìiouder 0 Stat/ioudcr. Sembra che Alberto, principe fievole ed indolente, permettesse loro di assumere l’autorità di primi ministri e di prefetti del palazzo. T. XIV.