46o
CRONOLOGIA STORICA
dette nel 1556 a Federico suo zio nell’elettorato. Questo principe, che amava i sapienti, gettò le fondamenla della celebre biblioteca palatina ad Heidelberg. Egli cedette il ducato di Neuburgo a Wolfgang duca di Due-Ponti, e si destinò a successore il duca di Simmeren, che gli era cugino. Ottone Enrico cessò di vivere nel 12 febbraio 155<j, c fu l’ultimo elettore del ramo principale. Avea egli sposata nell’oltobre del	Susanna di Baviera, vedova di Casi-
miro margravio di Brandeburgo e figlia di Alberto duca di Baviera, la quale mori senza prole nel ta aprile del 1543.
FEDERICO III, detto il PIO.
     i55g. FEDERICO, appellato il PIO da’suoi sudditi protestanti, procreato nel 14 febbraio del 1515 da Giovanni IH duca di Simmeren e da Beatrice di Bade, siccome discendeva in quarto grado da Stefano figlio cadetto dell1 imperatore Roberto, succedette l’anno i55g ad Ottone Enrico nel suo elettorato, essendo della linea più prossima agli ultimi elettori. Non appena fu egli innalzato a cotal dignità, che donò il principato di Simmeren a Giorgio suo fratello; di maniera che d’una sola linea se ne formarono due, delle quali una possedette l’elettorato e l’altra le terre di Simmeren. Federico abbracciò il calvinismo, e fu il-primo tra i principi protestanti che introdusse codesta setta in Alemagna. Egli- la protesse a tutto suo potere, e nel 1556 trattò da se stesso la propria causa con molla eloquenza alla dieta d’Augusta contro i luterani, i quali la voleano proscritta. Sollecitato dal prindpe di Condè, spedì in Francia soccorsi agli Ugonotti sul finire del ¡567, sotto la guida del di lui figlio Giovanni Casimiro, e nell’anno seguente sotto quella di Wolfgang duca di Due-Ponti ( V.
i	re di Francia). I Fiamminghi ed i Francesi che spatriavano a motivo di religione trovarono ne’suoi stati un asilo. Nel 1573, apparecchiandosi Enrico duca d’ Anjou a partire alla volta della Polonia per immettersi nel possesso di questo regno, Federico lo invitò a passare pe’suoi stati. Certo non sarebbe stato da aspettarsi un egual tratto di cortesia per parte di un principe ch’era sì fervido protestante, ma non andò guari che si giunse a. comprendere