tG CRONOLOGIA STORICA 308). La sentenza fu pronunziata egualmente contro Giovanni e contro Guglielmo (lleda, pag. 170), che quindi si rifuggivano nel castello il’ Ysselstcin, piazza assai forte. Guglielmo allora intimò agli abitatori di consegnare i colpevoli, ed atteso il loro rifiuto diede mano all1 assedio. Frattanto alcuni signori maneggiarono un accomodamento, pel quale i due fratelli cedettero la città cd il castello d'Ys-selstein, acconsentirono di uscir del paese per non rientrarvi mai più senza il consenso del conte; e questi obbli-gossi di pagare annualmente per la loro sussistenza due mila vecchi scudi a Giovanni (1), seicento corone al di lui fratello, cd ottocento a Volatala lor madre sopra le rendite «lei beni ch'eglino abbandonavano (Dujardin, Uistoirc des Provinccs-Unics , tom. Ili, pag. 385 e scg., 3go e seg., e Giovanni di Leyde, lib. 32, cap. 17 e a3). Nell'assemblea degli stati tenutasi all1 Aja dal conte il i5 agosto del ¡/¡i6 ad oggetto di far riconoscere Giacomina sua figlia qual propria erede, questa principessa, il delfino suo sposo e Margherita sua madre s’ impegnarono di congiun-gcrc alla contea d’Olanda i beni di Giovanni e di Guglielmo d’Arkel, per avere essi lunga pezza guerreggiato contro lo stesso conte, non clic quelli di Giovanni e Guglielmo di Egmond, perchè sovente erano ad esso stati infedeli, e di non mettere in libertà Giovanni d’Arkel, nè permettere l’entrata in Olanda ai conti d’ Egmond, salvo il caso che questi Io avessero pienamente soddisfatto ( Fan - Mierisy tom. IV, pag. 386). Sennonché avvenuta nel'3i maggio 1417 la morte di Guglielmo VI conte d’Olanda, i due fratelli, traendo partito dalle corrispondenze che serbavano tuttavia nella contrada che loro avea appartenuto, s’ impadronirono per sorpresa del castello d’Ysselstcin ; ma la contessa Giacomina fece ben tosto assediarveli e li costrinse (1) Nell'allo d’obbligazione steso a questo proposito il i.° agosto dalle cinque città dell’Olanda che s’erano impegnate a pagaie la somma stipulata finché fosse ristabilito nel possesso »Ielle sue terre, in luogo «li scudi leggesi duemila corone di Francia. E questa somma si doveta egualmente esborsare agli eredi dopo la di lui morte ( ati-Mieris, tom. IV, pag. 379). Giusta un atto del io agosto, Guglielmo d’Egmond doveva percepire un’auuua rendita di otloceuto, non già di seicculo corone (ibid.t pag. 38i).