3o6 CRONOLOGIA STORICA quasi tutte le piazze dell’elettorato e vi lasciarono in guarnigione alcune genti della Hesse, le quali cagionavano al fiaese danni infiniti. Poco mancò nel seguente anno che ’elettore non fosse da’suoi nemici preso nel suo castello di Brulli. Lusingati dalla speranza di ricondurre nell’impero la pace, Ferdinando ed il fratello conchiusero nel 1647 ad Ulma sul finire del marzo una tregua coi Francesi e cogli Svedesi; ma accortisi in seguito che l’evento non coprispondeva punto alla loro espiazione, ripigliarono le armi, e per tal modo influirono a3 accelerare la pace, che fu conchiusa a Munster nell’anno seguente. In forza di questa pace Ferdinando ricuperava le piazze del suo elettorato, già occupate dalle genti della Flesse; ma in pari tempo veniva costretto insieme con altri principi ecclesiastici ad esborsar loro entro Io spazio di nove mesi una somma di seicentomila scudi d’Alemagna ovvero risdallen (Gundling, pag. iog5). Questo prelato cessò di vivere il i3 settembre i65o ad Harnsberg, e venne sepolto il 26 novembre nella chiesa metropolitana. Molto si encomiano la di lui pietà, la beneficenza e la morigeratezza dei costumi. Egli avea fatto dissotterrare nel 7 novembre del 1663 il corpo di sant’Engilberto, e nel 17 agosto 1643 quell# di san Pellegrino, entrambi arcivescovi di Cologna. MASSI MILIANOENRICO. i65o. MASSIMILIANO ENRICO figlio di Alberto VI duca di Baviera e di Matilde di Leuchtemberg, nato il giorno 8 ottobre 1621, già coadiutore di Cologna fin dal 21 gennaio i643, e di Liegi fino- dal 19 ottobre 1649 7 succedette nel i65o a Ferdinando suo zio ¡11 entrambi questi benefizi e principati, e la sua inaugurazione si effettuò il 26 ottobre dello stesso anno rispetto a Cologna. Gundling colloca la di lui sacerdotale ordinazione nel 24 settembre del i65i; ed il nunzio Fabio Chigi, che fu poscia il pontefice Alessandro VII, gli conferì nell’8 del seguente ottobre la vescovile consecrazione. Poco tempo dopo ei prese possesso del vescovado d’Hildesheim, e prestò asilo in Cologna al Cardinal Mazzarino, che il parlamento avea bandito dalla Francia (Gunclling, pag. noi). Sul cominciare poi del