3c)4 CRONOLOGIA STORICA do, cioè la sua naturale beneficenza, le grandi spese clie gli cagionò la guerra contro la città di Boppart, e la sua inclinazione per l’alchimia; tuttavia egli sostiene che troppe imputazioni gli si diedero a questo riguardo . Potrebbesi aggiungere una quarta causa di questi debiti, cioè i ri-stauri e le ricostruzioni da esso intraprese tanto nei templi che nei palazzi e nelle fortificazioni del suo elettorato. Egli è il primo che nelle sue lettere abbia assunto il titolo di elettore, comechè gli imperatori lo avessero dato anche prima di lui agli arcivescovi di Treviri. JACOPO III di BAD E. i5o3. JACOPO di BADE, nato a’6 giugno del 1471 da Cristoforo marchese di Bade e da Otilia, già coadiutore di Giovanni di Bade suo prozio, venne scelto a succedergli il 5 marzo del i5o3 da una parte del capitolo, intanto che l’altra, avendo il decano alla sua testa, ne eleggeva Giorgio della famiglia dei conti palatini del Reno e prevosto della chiesa di Magonza. La diocesi si divise, come il capitolo, fra questi due rivali; ma la corte di Roma, ad istanza dell’imperatore MassimilianoI, si dichiarò per Jacopo di Bade; sicché Giorgio, dimettendosi spontaneamente, estinse per tal modo il fuoco della dissensione. Jacopo avea percorsi i propri studii a Bologna sotto il celebre Beroaldo ; e di là recatosi a Roma, vi avea soggiornato assai lungamente sotto i pontificati di Innocenzo Vili ed Alessandro VI, unicamente occupandosi delle lettere. Collocato poi sul seggio di Treviri, ei volle rivocare certi privilegi che la città avea carpiti al suo predecessore; ma dietro le rimostranze di saggie persone, lasciò le cose nello stato in che si trovavano per non eccitare novelli torbidi. Tutta la sua applicazione fu volta al bene spirituale e temporale della sua chiesa; e ben v’era luogo a sperare eh’ei l’avrebbe ristabilita nel suo primo splendore, allor quando, essendo stato dall’imperatore spedito a Bologna per dar termine ad un contrasto insorto fra i cittadini e il senato, ivi cessò di vivere nel 27 aprile del 1511. Così la sua morte viene esposta da due autori contemporanei, cioè il continuatore delle Gesta degli! arcivescovi di Treviri e Giovanni fri-