,66 CRONOLOGIA STORICA » sedeva d’altra parte alcuna virtù conveniente al suo stato, » e non si curava di nascondere i propri vizi sotto l’apr » paranza di una certa modestia ». CORRADO III. 1419- CORRADO, wildgravio di Dune, conte silvestre, ringravio di Stein 0 de la Pierre, canonico della chiesa di Magonza, prevosto della collegiata di Francfort, prefetto di Rustemberg, figlio di Giovanni II wildgravio e ringravio delle medesime contrade, venne eletto a’10 ottobre 14'9 arcivescovo di Magonza nel castello di Erenstein ( Guden, tom. IV, pag. 124), ove le turbolenze, eccitate dai cittadini nella città metropolitana, aveatio obbligati i canonici a trasferirsi per fare la loro elezione. Questa venne approvata da papa Martino . V dopo serio esame, mercè un breve che a’i5 dicembre successivo fu indirizzato ai vassalli ed ai beneficiati della chiesa di Magonza. Questo prelato fu strettamente unito all’imperatore Sigismondo, che gli diede patenti prove della sua stima, dichiarandolo nel 1422 vicario dell’impero per dieci anni; ma avendogli Luigi di Heidelberg conte palatino conteso siffatto onore, nel seguente anno se ne spogliò alla dieta di Boppard. Già il di lui predecessore aveagli lasciati non pochi abusi da riformare nella sua chiesa; per disimpegnarsi quindi di tale dovere, egli tenne a Magonza nel 1423 un sinodo provinciale, di cui, a detta del Serarie, si pubblicarono gli atti: nondimeno essi non si rinvengono in veruna collezione dei concili. Nel i429, alla convocazione del concilio di Basilea, Corrado compilò un prospetto degli abusi introdotti dalla chiesa germanica contro la corte di Roma, ed insieme dei mezzi di ripararvi; ma prima di render pubblica tale memoria, assembrò nel 12 novembre 1431 (non i43o) i suoi comprovinciali nella città di Aschaffemburgo, onde conferir secoloro. La memoria fu approvata dall'adunanza e spedita al concilio di Basilea, cui Corrado, ad onta del suo desiderio, non potè intervenire, mentre le turbolenze che regnavano in Magonza gl’impedirono di allontanarsene. Le cose ivi giunsero a tal punto, che i canonici, non trovando più sicurezza nella città, la abbandonarono, disperdendosi