DEGLI ARCIVESCOVI DI TREVIRI 383 furono a Wernicro contrastati da’suoi congiunti, clic pretendevano di appropriarseli ; ed ignorasi in fjual modo andasse a terminar la questione. Nel 138p Wcrniero fu costretto a stringer d’assedio la città di Wesel, cli’eraglisi ribellata; però la piazza non gli si rese che in capo ad un anno. Egli mosse susseguentemente in aiuto di Federico arcivescovo di Cològna, che aveva a fronte il conte della Marck Fngilberto IIÌ. Nel 13c)3 ci videsi d’improvviso àssalito dai conti di Aremberg e di Solms, i quali, ciascuno dal canto suo, facevano diverse incursioni nel paese di Treviri; ed occupò tre anni nel difendersi contro il secondo (De llon-theim, Prodrpag. 1108-1201 ). L’impero trovavasi a quei giorni in una specie d’anarchia, attesa la non curanza del -l’imperator Wenceslao, occupato interamente ed immerso a Praga nelle dissolutezze. Nel i/joo, essendosi radunati ad Ober-Labnstein i tre elettori ecclesiastici e Roberto elet-tor palatino, presero il partito di destituirlo, e il giorno appresso nominarono in di lui vece Io stesso Roberto. Questi, restituitosi a Treviri nel i4o3, dopo la infelice sua spedizione d’Italia, confermò i privilegi di questa città, che di giorno, in giorno divenne più florida, dopo l’alleanza contratta coi duchi di Lorena e di Luxemburgo. Nell’ anno 1414 (V. S.) Werniero acquistò in nome della sua chiesa la signoria di Limburgo sull’ Lhane mercè contratto del 7 gennaio, da Gerlac, decano di Treviri ed erede di Giovanni di Limburgo di lui fratello, già trapassato nel 26 febbraio del 1406 (M. Wench, Ilisi• de la Ilesse, in lingua alemanna, toni. I, pag. 4o5). Essendosi la città di Cologna nell’anno i4i8 ribellata contro Thierri suo arcivescovo, Werniero fece leva di truppe, ed accorse in difesa di questo prelato; ma poco dopo la sua venuta, mancò a’vivi nel castello di Buremberg il 4 ottobre dello stesso anno. Il suo cadavere fu ¡sepolto a Coblenza, presso Conone suo prozio. Werniero lasciava alla sua morte tanto spogli i suoi scrigni quanto li aveva trovati ripieni allorché entrò in possesso della sede di Trc-v¡ri; però'duopo è confessare a sua lode ch’egli non era per niente avaro. Già da tempo immemorabile i suoi predecessori, dopo IlduiDo, in forza di un indulto concesso da papa Eugenio a questo prelato, aveano il costume di itnpa-