DEGLI ARCIVESCOVI DI MAGONZA Ì79 stato doTessero somministrargli per cosi fatta spedizione. Tornato poi qiiesto prelato alla propria sede, rivòlse ogni sua cura per allestire l’armata che aveva proméssa a Massimiliano; ma colpito da malattia nel seguente anno, mori in Magonza a’i5 di settembre, e fu seppellito nella suà cattedrale. Tritemo lo appella homo bonae condiiionis} vitti et nioribus iutcger. tì R I E t. i5o8. UBIEL, nato da Giovanni, appellato l’ARDITO* iiativo di Gemmingen, protettore di Germersheim, e da Brigida di Neuenstein, già dottore in legge, custode della chiesa di Worms, poscia chiarito prefetto di Mumbach dal capitolo metropolitano di Magonza, ed in seguito decaiio della stessa chiesa, s’era così reso celebre pel suo sapete, che l’imperatore lo nominò fra i giudici della camera imperiale istituitasi a Spira. Queste cariche furono altrettanti gradini, pei quali sali al seggio di Magonza, dopo un’elezione canonicamente seguita nel 27 settembre i5o8. La cupidigia aveva già da gran tempo introdotto in Alemagna l’abuso, che tuttora sussiste, di riunire sopra un medesimo capo più canonicati di diverse chiese; ma Uriel, edotto dei regolamenti, e zelante della loro osservanza, sì diede ogni cura dal momento della sua elezione per farlo abolire, ed a tale etfetto ottenne da papa Giulio 11 una bolla, che pubblicò a’27 marzo i5og. 11 clero, lungi dal sottoporvisi, ricorse contro tale pubblicazione, ed ottenne da Roma anch’esso un divieto di porre ad esecuzione la bolla medesima fino a un nuovo ordine. Quindi l’arcivescovo, citato innanzi a questo tribunale, dovette soffrire tanti raggiri, che vìdesi finalmente costretto ad abbandonare l’impresa. Con tutte le sue belle prerogative Uriel non era senza difetti; ed il seguente tratto riferito dal Seràrio, che Io tolse da un manoscritto, posteriore di molti anni a questo arcivescovo, cl la conoscere com’ egli non era sempre padrone di se medesimo ne’primi commovimenti della sua collera. Avendo un giorno sorpreso il suo bottigliere mentre stava rubandogli il vino nella sua cantina di Aschaffemburgo, diè di piglio ad un martello da bottaio che si trovò fra mano, e