DEGÙ ARCIVESCOVI DI TREVIRI 4(5 lettore c l’abate di San-Massimino, il quale godette il privilegio di presiedere in qualità di primate agli stati ecclesiastici dell’elettorato. Con sue lettere in data 16 luglio 1673 Carlo Gaspare fondò dodici posti nel suo seminario diretto dai Gesuiti. Nel mese seguente egli vide con meraviglia la sua capitale assalita dai Francesi capitanati dal conte di Roche-fort. Essendo allora la Francia in guerra coll’Olanda, erale necessaria per entrare sulle terre della repubblica la libertà di attraversare quelle dell’ elettorato di Treviri. Così appunto ella aveva ottenuto dall’elettore fin dall’anno precedente; ma come l’esercito d’osservazione, che l’imperatore aveva spedito sul Reno, tendeva ad insignorirsi del passo della Mosella, al modo stesso con cui s’era impadronito di quello del Reno colla presa di Bonn, la Francia avvisò bene di dover prevenire codesto disegno assicurandosi della città di Treviri, la quale, dopo avere sofferto un qualche assalto, s’ appigliò il partito di capitolare nel giorno 8 settembre. 11 conte di Vignoj'i, creato governatore della piazza, le cangiò tostamente aspetto colle immense opere che vi fece erigere per porla al salvo dalle offese nemiche e da’tradimenti dei cittadini; ma i mezzi di cui si valse resero la sua memoria per sempre odiosa in questo paese. Tutti gli abitatori della città e della campagna, senza riguardo a qual si sia condizione, furono costretti a contribuire e col braccio e colle fortune alle nuove fortificazioni; ed il rigore con cui si trattarono fece sì che una gran parte sgombrasse il paese. Tutti gli edifizii prossimi alla città, e che potevano favorire l’avvicinamento del nemico, furono distrutti senza distinzione di sacro o di profano. La celebre abazia di San-Massimino, già rispettata dai barbari e spesso anche dagli Ugonotti nelle loro incursioni, la collegiata di San-Paolino, nonché altre chiese •lei sobborghi furono abbattute, non meno che molti villaggi e case di campagna. Queste precauzioni dettate, a quanto si crede, dal maresciallo di J urenna, non impedi-iono punto che Treviri due anni appresso non cadesse in potere degl’imperiali: ed ecco in qual modo. Nel 4 agosto del i6j5 i principi di Luneburgo-Zell si appressavano a Treviri con diciottomila combattenti, e