XIV SISTEMA D’ ACCENTAZIONE E DI PRONUNZIA DELLA LINGUA ITALIANA SEGUITO NEL DIZIONARIO 1. Ogni parola non accentata è piana: arte, gentile, Milano, salubre. 2. Ogni e, ogni o non accentato è chiuso: Roma, vena, amore, conferma. Si fa eccezione per il dittongo uo in cui 1’ o è sempre aperto quando su di esso cade 1’ accento tònico. 3. Gli e e gli o aperti sono sempre segnati coll’ accento gl ave: pètto, nòstro, gènte, sòrte. 4. I monosillabi seguon la legge delle parole piane: e, te, re; è (verbo), te (bevanda), re (nota musicale). 5. Tutte le parole sdrùcciole e le tronche sono accentate coll’ accento grave: màrgine, Tànaro, mùrice, sentì, virtù. Se 1’ accento grave cade sopra un’ e o sopra un o, ìndica anche che sono aperti: sèrvono, accèndono, domina, andò, oimè. E quando sian chiusi si mette 1’ acuto: perché, benché, èlice, védono, róndine. 6. Le sdrùcciole troncate diventano piane e vanno sotto quella legge: venissero, venisser; témèssero, temesser, ecc. 7. Le parole composte, compresi gli avverbi dov’ entra mente, serbano, la più parte, il loro accento: bèlvedere, accadèmicamente, pòrtabandièra, fòrtemente. 8. Sono contrassegnate con 1’ accento alcune parole che usiamo comunemente distinguere da altre omònime come: dài, vèrbo, dalla preposizione articolata dai; né negazione; sé, pronome, ecc. 9. La lettera h è l’unica che non rappresenta suono nell’ alfabeto italiano (V. la lettera h), e perchè non si pronunzia si scrivono da alcuni con 1’ accento grave le voci ò, ài, ò, ànno (V. il verbo avere) invece di ho, hai, ha, hanno; ma non sono da imitarsi. OSSERVAZIONE. — Nella I parte della mia »Grammatica italiana«: Regole di ortografia e di ortoepia italiana, le regole qui accennate, come quelle delle doppie, delle parole derivate e composte, dei prefissi, dei suffissi, ecc. sono spiegate diffusamente e con abbondanza di esempi.