354 CRONOLOGIA STORICA si possa assegnare. Checché ne sia, non riuscendo al duca di piegare l’arcivescovo, egli ricorse al pontefice Innocenzo li, che allora trovavasi in Francia, e che lo rimandò al prelato con lettere di raccomandazione. Tennesi quindi a Thionville una grande assemblea, nella quale Simone ottenne dall’arcivescovo la propria assoluzione, promettendo che non avrebbe più senza ragione inquietata la chiesa di San-Deodato. Avendo l’abate ed i religiosi di Senones portate le loro querele nel 1135 innanzi al prelato intorno a simili vessazioni, eh’ Enrico conte di Salm commetteva in lor danno, Alberone lo citò al concilio provinciale che tcnevasi a Metz, e gli fece promettere che lascierebbe in pace codesta abazia. Il prelato accompagnò nel n36 l’imperatore Lotario nella sua spedizione d’Italia; e dopo che questo principe ebbe nel seguente anno trionfato di Roggero re di Sicilia e fatte restituire alla chiesa romana le terre di cui l’a-veva spogliata, vide il pontefice mentre se ne tornava pel territorio di Roma. Fu allora che Innocenzo nominò ai 2 ottobre l’arcivescovo di Treviri suo legato negli arcivescovadi di Treviri, di Magonza, di Cologna, di Saltzburgo, di Brema e di Magdeburgo. Nel 1138 Alberone scriveva a questo pontefice per seco lagnarsi della facilità colla quale accoglieva le appellazioni. San Bernardo, suo amico, che in questa congiuntura gli servì da segretario, aveva pure indirizzate due fortissime lettere ad Innocenzo su tale proposito. Scorgesi in quella di Alberone come prima di accettare l’arcivescovado di Treviri aveva già rifiutate varie altre prelature; ed infatti Balderico ci ammaestra, che essendogli^ offerto il seggio di Magdeburgo, egli avea fatto nominare in sua vece san Norberto; che trovatosi ad Hal-berstadt in tempo che si deliberava intorno all’elezione di un vescovo, se ne fuggì all’ udire come a lui si pensava, rinunziando al grande banchetto cui era invitato in quel giorno. Nel n3g il re Corrado III, pressato dalle sue istanze, gli cedette il patronato dell’abazia di San-Massimino, che da tempo immemorabile era immediatamente soggetta al capo dell’impero. I religiosi appellarono alla corte di Roma contro una tal concessione, ed ottennero da papa Innocenzo una bolla in data del 6 maggio n4°i la qi,ale gli ristabilì nella prima loro franchigia. Allora san Bernardo