DEGLI ARCIVESCOVI DI COLOGNA a53 nella quale lo dichiarava esente dalla giurisdizione di ogni primate ed immediatamente soggetto al pontefice romano, gli conservava il diritto di consecrare nella sua provincia il re di Germania, gli concedeva il primo luogo presso di se o presso de’suoi legati ne’concili che si terrebbero dentro la di lui giurisdizione, e finalmente disponeva che vi sarebbero sette cardinali preti nella chiesa metropolitana di Cologna, a1 quali accordava l’esclusivo privilegio di celebrare ai due principali altari di questa chiesa nelle feste solenni, in mitra e tonicella, con altrettanti diaconi e sud-diaconi: questo diploma porta la data dell’8 gennaio ii5i (V. S.). Nel 9 marzo seguente egli unse e coronò nella chiesa d’Aix-la-Chapelle il re Federico I, e nel n54 fu inviato da questo principe col carattere d’ambasciatore al pontefice Adriano per trattare secolui intorno alla sua imperiale coronazione; cerimonia che segui a Roma nel 18 giugno del seguente anno, ed alla quale pure intervenne il nostro prelato. In molti diplomi che Federico fece stendere nel corso di questo viaggio, l’arcivescovo Arnoldo viene intitolato arcicancelliere. Di ritorno a Cologna, egli morì a’i4 maggio ii56, e fu sepolto nella chiesa di San-Clemente di Rindorp presso Bonn, cui aveva già fondata con un monastero di monache che la servissero. Fu questi un prelato di rara prudenza, di specchiata probità, e di grande fermezza nel difendere i suoi diritti. FEDERICO II di BERG. u56. FEDERICO, figlio di Adolfo IV conte di Berg e fratello di Engilberto successore di Adolfo, già prevosto di San-Giorgio di Cologna, fu eletto arcivescovo dai canonici della cattedrale, intanto che i prevosti ed abati davano i voti loro a favor di Gerardo prevosto di Bonn. Essendosi i due partiti nel mese dì luglio presentati all’imperatore Federico nel suo campo di Baviera, trattarono la causa loro dinanzi a quello per tre giorni. Il giudizio fu rimesso alla corte-che il monarca dovea tenere in Batisbona, ed ivi, dopo nuova discussione, tale dignità, dietro il parere del legato, dei prelati e dei signori che si trovavano presenti, fu nel settembre del 1156 conferita a Federico (Otto