DEGLI ARCIVESCOVI DI MAGONZA 171 cipe, per costituirgli un co-reggente (Struse, pag. 744)* In un’altra assemblea di quest’ultimo anno, il cancelliere del prelato, iti nome dei quattro elettori del Reno, stese le rimostranze della nazione germanica contro la corte di Roma, alle quali Enea Silvio, allor cardinale, rispose per parte del pontefice con molta alterigia. Thierri chiuse i suoi giorni il 6 maggio i45g nella città d’Aschaffemburgo, cli’egli aveva adorna di molti eleganti edilizi, e nella quale venne sepolto. Narra di esso Latomo (pag. 546): Princeps ad luxum et pomparli ustjue splendiilus, et saecularibus po-tissimum rebus deditus. Il suo arcivescovado è celebre per l’invenzione della stampa, che dopo un’imparziale esame non si può certo contendere alla città di Magonza. DIETERO 0 THIERRI II d’ISEMBURGO. 1459. DIETERO ovvero TIIIERRI, figliuolo d’un padre dello stesso nome, progenie della illustre famiglia dei conti d’isemburgo, della linea de’Budingen, canonico delle chiese metropolitane di Magonza, di Treviri e di Cologna, eletto da varii votanti arcivescovo di Treviri nel 144^} e custode di Magonza nel i453, venne eletto, mercè compromesso, alla sede di questa chiesa nel 18 giugno 14^9* Gobelino, seguito da Elvichio, lo accusa di avere acquistati i suffragi de’suoi elettori cogli artifizi ed a prezzo d’oro; ma egli pubblicamente si difendeva a viva voce ed ih iscritto contro una tale accusa, che vennegli rinfacciata da parecchi invidiosi. Certo egli è ad ogni modo, eh’ esso era stato con ogni cura cresciuto nella virtù e nelle lettere. Dacché egli ebbe preso possesso della sua cattedra, inviò alcuni deputati al pontefice Pio II, allora residente in Mantova, ed all’imperatore a Vienna, affine d’impetrare dal primo la conferma della propria elezione col palliuni , e dal secondo una proroga rispetto ai preliminari della sua investitura. Il papa non condiscese dapprima alla sua domanda, sostenendo ch’egli aveva sedotto col denaro quattro de’principali canonici, nelle cui mani si era affidatala sua elezione; ma dietro le istanze de’suoi deputati, e sotto certe condizioni eh’essi accettarono, gli spedì il pallium, e lo riconobbe con ciò legittimo possessore della sua sede. L’im-