DEI DUCHI DELLA FRANCIA RENANA 4a3 settembre dello stesso anno. Lamberto d’AschafFemburgo colloca l’esecuzione di tal giudizio nel 907, laddove invece Mariano Scoto nel 908 e Si^eberto nel 910. In quest’ultimo anno Gebeardo incontro la medesima sorte che Corrado di lui fratello, combattendo cogli Ungheri, che aveano fatta un’irruzione nella Francia orientale. Egli lasciò, giusta Reginone, due figli appellati Udone ed Erimanno. i quali divennero illustri, così egli ne dice, tra i Franchi. Corrado il Giovane, dopo la morte di Adalberto, fu partecipe della di lui eredità, che fu divisa fra i nobili del paese. Morto poi nel 911 il re Luigi, Ottone duca di Sassonia, a cui la corona fu offerta, la fé’passare, dopo averla rifiutata, sul capo di Corrado, il quale la portò fino al 918, epoca della sua morte (V. Corrado Ifra gli imperatori). EBERARDO. gii. EBERARDO, fratello di Corrado, succedette al medesimo nei ducati della Francia renana e della Franconia, allorché venne questi esaltato al trono di Germania. Fu egli in pari tempo conte del palazzo, eh’ è quanto a dire giudice delle cause del suo distretto, che dipendevano dalla giurisdizione del re, ma non fece uso della sua autorità con quella stessa moderazione che Corrado suo fratello avea manifestata nel suo governo; e fu questa la ragione per cui quest’ultimo, allorché venne a morte nel g 18, gli preferì Enrico di Sassonia, comechè suo nemico, nell’eleggersi un successore al trono; atto di generosità, che dagli scrittori contemporanei ricevette i dovuti encomii, e che un moderno, avvezzo a regolare la storiatila sua immaginazione, osa di richiamare in dubbio, perchè, secondo lui, non si uniforma al costume dei tempi. Eberardo, obbediente all’ultima volontà del fratello, ebbe tale nobiltà d’animo da recare egli stesso ad Enrico i regali ornamenti; e questo passo gli riconciliò la stima e la riconoscenza del nuovo monarca. Per tanto noii^solp egli ebbe la riconferma del suo nuovo ducato, ma quando Enrico acquistò nel 9^3 la Lorena, la riunì alla Francia renana . Appare che Eberardo restasse mai sempre fedele ad Enrico; ma non mostro poi un eguale attaccamento ad Ottone di lui figlio