DEGLI ARCIVESCOVI DI COLOGNA 3u; ififo egli accolse il dì dell’Epifania nella sua cattedrale di Cologna l’abiurazione di Ernesto langravio d’Hesse-Rhinfels e di Eleonora Maria di Solms sua sposa, che da lui ricevettero la comunione. Essendosi poi trasferito nel 1653 alla dieta d’Augusta, ivi contribuì col suo voto nel dì 3i maggio all’elezione di Ferdinando IV re de’Roinani, Il principe di là fu condotto a Ratisbona per la sua con-secrazione; e' noi nell’articolo di Giovanni Filippo arcivescovo di Magonza abbiamo già favellato della disputa che cagionò fra lui e l’arcivescovo di Cologna questa cerimonia, ch’entrambi pretendevano di eseguire, e della preferenza che ottenne il primo sull’altro, non ostante il di lui reclamo. Non guari dopo Massimiliano Enrico operava pella chiesa una nuova conquista nella persona d’isabella Amelia sposa di Filippo Guglielmo principe palatino, la quale abiurò l’eresia fra le sue mani a Dusseldorp nella chiesa de’Gesuiti, e ricevette sul momento la confermazione. Massimiliano Enrico si riunì il 18 luglio del i658 al collegio elettorale per la elezione dell’imperatore Leopoldo, che avvenne a Francfort, e compì susseguentemente nel t.°di agosto la cerimonia della sua consecrazione in presenza e coll’assenso dell’arcivescovo di Magonza. Adunato poi nel 20 marzo 1662 un sinodo diocesano, emanò in esso varii utilissimi regolamenti per lo ristabilimento della disciplina ecclesiastica e pella riforma de’costumi. Nel 1669 per consiglio di Francesco Egone di Furstemberg, vescovo di Strasburgo e grande prevosto della chiesa di Cologna, concluse colla Francia un trattato di alleanza, che fu sorgente per lui di molte sventure. Prima che la burrasca sorgesse, egli fece un pellegrinaggio nei 1670 a Loreto; ma non appena avea fatto ritorno, che vide le truppe degl’imperiali ed i loro alleati piombare sulla sua provincia e sottometterla pressoché interamente. Ridotto a tale da non sapere ove più rifuggirsi, egli scelse alla fine per suo ritiro l’abazia di San-Pantaleone di Cologna, ove passò quasi cinque anni vivendo come un membro di quella comunità. La soddisfazione eh’egli provò in questo monastero glielo rendette sì caro che, qualche anno dopo averlo abbandonato, ebbe a ritornarvi ed a tanere in esso reiterate volte un lungo soggiorno. Nel 167/Ì5 durante il suo primo ritiro, tennersi alcune conferenze a Cologna