DEGLI ARCIVESCOVI DI TREVIRI 4oi fatta da Carlo Quinto in favore di Ferdinando suo fratello, e nel seguente anno si recava alla dieta d’Augusta, che ebbe fine nel mese di agosto. Durante la di lui assenza avvenne che il senato di Treviri, senza consultare il rettore dell’ università, permettesse ad un giovine trevirese nomato Gaspare Oleviano di aprire una scuola di dialettica. Ole-viano, che avea percorsa una parte dei suoi studj a Parigi c l’altra a Ginevra sotto professori calvinisti, essendosi imbevuto delle loro dottrine, le insinuò-nelle sue lezioni, e le predicò eziandio apertamente il giorno di san Lorenzo in un discorso accademico, a cui aveva invitata l’intera città. Questo discorso, ed altri che in seguito pronunciò il uuovo settario, gli formarono un grande numero di proseliti, alla testa de’quali trovavasi Giovanni Steuss, uno dei borgomastri in carica. L’arcivescovo dunque al proprio ritorno trovava la capitale divisa in due fazioni fortemente accese l’una contro l’altra in fatto di religione. Frasi già Ìireso il partito di non riceverlo se prima non concedeva a libertà religiosa; egli tuttavia entrò nella città senza sottostare a questa odiosa condizione. Senonchè, poco dopo, 1’ insolenza di una parte de’cittadini lo costrinse ad uscirne di nuovo. Egli però non si rimase ozioso nel proprio esilio ; ma risoluto di domare i ribelli, s’insignorì di tutti gli aditi che mettevano a Treviri per terra e per acqua, affine d’impedire che vi entrassero vettovaglie. Allora la carestia rianimò il coraggio dei cattolici, i quali, vedendosi in maggior numero, s’impadronirono dell’ arsenale e delle chiavi della città; indi scagliatisi contro gli autori della sedizione, li rinchiusero nelle carceri sotto la guardia del corpo dei bottai. Ciò fatto, richiamarono l’arcivescovo, che rientrato nella città condannò al bando la plebaglia ribelle. Iu aperto in seguito il processo ai principali rivoltosi; ma attesa la mediazione del duca di Due-Ponti, che loro avea spediti alcuni soccorsi sul cominciare della sollevazione, dell’ elcttor palatino e del langravio di Hesse, nonché di altri principi protestanti, si rimaser contenti di scacciarli come gli altri dalla città, e per tal modo la pace fu in Treviri ristabilita verso il fine dell’anno i55g. Nell’anno susseguente il prelato chiamava nella sua capitale i Gesuiti per ristabilirvi gli studii, e raffermarvi le sane dot-T. XV. 26