DEGLI ARCIVESCOVI DI TREVIRI 3iv; civescovo Arnoldo, colle quali esorlavasi il prelato a cessare dall’opprimere diverse chiese della sua diocesi col ritenersi i beni ch’egli aveva usurpati contro di esse fin dal principio del suo vescovado, ad istituire novellamente l’uso dei sinodi diocesani, che aveva abolito, ed a riparare a molte violenze commesse da’suoi ufficiali verso varii membri del clero. Questo scritto, che niuno ebbe l’ardire di presentargli, venne pubblicamente letto nella chiesa di Treviri, trovandosi allora il prelato nel suo castello d’Ehrcnbreitstcin, suo ordinario soggiorno. Da ciò si scorge come sia mestieri alquanto scemare l’elogio da Brower (lib. 16 n. 4^) fatto all’arcivescovo Arnoldo, nel quale rappresenta il di lui modo di governare esente da biasimo sotto qual siasi riguardo. ENRICO I. 1260. ENRICO di FISTING, ovvero WINSTINGEN, nato da nobile famiglia della Lorena, e già decano della chiesa di Metz, venne eletto a Roma arcivescovo di Treviri da papa Alessandro IV nel giorno 18 novembre del 1260, dopo che questo pontefice ebbe annullata la doppia elezione che il capitolo ebbe a fare di Enrico di Bolland e d’Arnoldo di Sleide, entrambi arcidiaconi di Treviri. Pretendesi eh’ Enrico di Winstingen si fosse recato a Boma col disegno di soppiantare i due rivali} clrc avendo poi conosciuto, alle domande insidiose da es& fatte a ciascuno di loro, i vizi reciproci della loro causa, ne mettesse a parte i cardinali, e li determinasse con questo mezzo a dichiarar nulla l’una e l’altra elezione} e che avendo promesso in pari tempo di rimborsare le spese della procedura e di adempiere agli obblighi pecuniari che i due eletti avevano contratto verso il sacro collegio, per questo motivo venisse proposto al santo padre siccome il più acconcio ad occupare la sede di Treviri (Brower). Checché ne sia, Enrico di Winstingen al suo giungere in Treviri venne accolto dal clero'con massima acclamazione} ma breve fu questa gioia, e la chiesa di l’reviri dovette ben tosto querelarsi del novello pastore. Enrico era di carattere altero, esaltato, violento} tutto voleva piegasse sotto di lui, nè riconosceva alcun limite nelle sue vendette. Essendosi egli lasciato persuadere che