DEGLI ARCIVESCOVI DI COLOGNA aSg Vani tornarono gli sforzi del prelato per richiamarli al dovere; fu questa una perdita irreparabile per la sua chiesa. Thierri, avendo nel 144^ preso il pallilo del concilio di Basilea insieme coll’ arcivescovo di Tre vi ri nella dieta di Ratisbona contro il pontefice Eugenio, eh’ era stalo da questo concilio destituito, si trasse addosso la vendetta di questo papa, il quale scagliò sopra entrambi una sentenza di deposizione. Accorse allora il collegio elettorale in loro aiuto, ed innalzò una controbatteria per impedire 1’ effetto dei fulmini di Eugenio : la procella però in seguito si dissipava, ed alcuni vantaggi riportati dall’una parte e dall’altra ristabilirono nel 1447 calma- ( V. Jacopo Skirck arcivescovo dì Trcviri). Rimesso nella propria sede, Thierri aeudiva, di concerto col cardinale Cusa legato pontificio, alla riforma del clero; pubblicava vàrii statuti pei chierici, ed obbligava anche i monaci ad uniformarsi alle loro regole. ¡Noi abbiamo altresì un’opera da lui data in luce nel i452 all’oggetto di richiamare i religiosi allo spirito del proprio stato. Finalmente dopo un vescovado di quarantotto anni egli cessò di vivere a’ i3 febbraio 14^3, lasciando il temporale dominio della sua chiesa aggravato di debiti e scaduto dalla sua prima potenza per le guerre frequenti e quasi sempre sfortunate eh’ egli avea dovuto sostenere. Avea egli un fratello per nome Walraino di Moers, che, da! capitolo di Munster eletto vescovo, era stato dal popolo rigettato; locchè fu sorgente di una guerra civile, in cui Walramo ebbe aiuto dall’arcivescovo suo fratello., ed i cittadini da Federico duca di Brunswick. Si venne quindi ad una battaglia, ove Federico iu sconfitto, preso, condotto a Cologna e rinchiuso in una prigione, d’ onde non uscì che pagando un forte riscatto. Morto che fu lhierri, il capitolo metropolitano emanava un decreto, in forza del quale 1’ arcivescovo non avrebbe più in avvenire la facoltà d’imprendere veruna guerra, o di attentare alcun che contro i particolari senza il consenso dell’ assemblea; decreto di cui lo si costringerebbe a giurar l’osservanza immediatamente dopo la sua elezione. T. XV. •9